Ignazio La Russa sul caso Anna Paola Concia: "Sono come Jessica Rabbit", poi l'aneddoto sul busto di Mussolini
"Sono come Jessica Rabbit", così Ignazio La Russa commenta il caso Anna Paola Concia, poi fa chiarezza sul busto di Mussolini
È un fiume in piena, Ignazio La Russa, quando viene intervistato e si ritrova a commentare il caso di Anna Paola Concia e a ritornare sul busto di Benito Mussolini. Il presidente del Senato si concede anche una citazione colta dal mondo dell’animazione, scomodando una massima di Jessica Rabbit che tutti conoscono e con la quale tutti sono cresciuti.
Ignazio La Russa parla di Anna Paola Concia
Quanto accaduto ad Anna Paola Concia fa ancora discutere: il ritiro della nomina da parte del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara della nomina per la commissione sull’educazione all’affettività nelle scuole passa anche per le parole di Ignazio La Russa.
La Russa ha rilasciato un’intervista al ‘Corriere della sera’, e ha spiegato il motivo per cui ha preso le difese di Anna Paola Concia pur non trattandosi, quest’ultima, di una personalità di destra.
Ignazio La Russa ha commentato il caso Anna Paola Concia ed è ritornato sul busto di Benito Mussolini
Non pochi si sono sorpresi della presa di posizione di La Russa a favore di Paola Concia, per questo il presidente del Senato dice: “Chi dice a sorpresa è perché non mi conosce. Io sono come Jessica Rabbit: ‘È che mi disegnano così!‘”.
Poi spiega che tra lui e Paola Concia c’è sempre stato “rispetto e amicizia” e che la considera “intelligente e aperta”, ma non solo.
Ignazio La Russa descrive se stesso come “il più aperto di tutti nella destra” sui temi dell’affettività e sui diritti del mondo LGBT: “Sulla questione dei figli però ho le mie posizioni del tutto granitiche. Ma in questa vicenda, trovo che l’onorevole Concia abbia subito attacchi del tutto ingiustificati“.
Il busto di Benito Mussolini
Ignazio La Russa ha commentato anche il caso del grido antifascista alla Scala di Milano con queste parole: “È bastata una frase gridata da un appassionato di ippica perché costui si tramutasse per la sinistra in una specie di eroe nazionale“.
Perché questa risposta? Per La Russa si può certamente inneggiare all’antifascismo, ma “io avrei gridato ‘Viva l’Italia’ e basta”. Il riferimento ai trascorsi di La Russa è inevitabile, e il giornalista lo incalza su alcune uscite – la frase su via Rasella, per esempio – e il famoso busto del Duce.
Su via Rasella La Russa si era già scusato, e con il ‘Corriere della sera’ ribadisce: “Sulle uscite, ce ne saranno un paio che non rifarei, una per tutte quella di via Rasella. Fu un errore, seppur involontario”.
E il busto del Duce? “Roba vecchia”, dice il capo del Senato, e spiega che quell’oggetto “ora sta a casa di mia sorella”. Poi precisa: “A casa mia avevo anche cimeli russi, della Cina di Mao. Quella ripresa televisiva era vecchia di anni e mai utilizzata prima”.
Il caso Concia
Dopo aver scelto Anna Paola Concia insieme a suor Monia Alfieri e Paola Zerman per il progetto ‘Educazione alle relazioni’, incentrato a sensibilizzare contro la violenza sulle donne, lo stesso Valditara ha fatto dietrofont sollevando le tre garanti dall’incarico.
Poche le parole per giustificare la scelta, alla quale ha prontamente replicato la stessa Anna Paola Concia: in un’intervista all”Agi’ si è detta “molto amareggiata” dichiarando che “Giulia Cecchettin non avrebbe meritato uno spettacolo del genere”.
Anna Paola Concia ha riferito che Valditara le avrebbe detto che “c’erano state pressioni da parte della maggioranza che lui non può eludere”.