I passeggeri del sottomarino disperso potrebbero avere allucinazioni e aggressività: parla la neuroscienziata
Gli ulitmi minuti nel sottomarino Titan potrebbero essere stati concitati per gli effetti della mancanza di ossigeno sul cervello
Allucinazioni e aggressività. Questi i sintomi di un inizio di asfissia, che i passeggeri del Titan potrebbero aver subito negli ultimi attimi prima che l’ossigeno finisse. La neuroscienziata spiega cosa succede quando i corpo rimane senza aria.
Per il Titan è scaduto il tempo
Anche se il sottomarino Titan non fosse imploso, come suggeriscono i detriti ritrovati nelle ultime ore, per i suoi passeggeri l’ossigeno sarebbe ormai finito.
Il sistema di riciclo dell’aria costruito nel piccolo sommergibile, ammesso che abbia continuato a funzionare dopo l’affondamento, avrebbe potuto mantenere ossigeno all’interno della cabina per soltanto 4 giorni.
Un sottomarino della OceanGate in immersione
Per la precisione 96 ore, un conto alla rovescia cominciato domenica 18 quando il Titan è sparito, e finito in teoria nella giornata di oggi, attorno alle 13 ora italiana.
Mancanza di ossigeno, bastano pochi minuti
In un’intervista rilasciata all’agenzia Dire, la dottoressa Arianna Di Stadio, neuroscienziata che insegna all’università di Catania e fa ricerca presso il Laboratorio di Neuroinfiammazione del UCL Queen Square Neurology di Londra, ha spiegato cosa accade quando il corpo inizia a non ricevere abbastanza ossigeno.
Secondo la ricercatrice: “L’ossigeno manca man mano e si crea progressivamente una riduzione nel corpo. Si tende a mantenere la circolazione nel circuito cuore – polmoni – encefalo e quindi la parte periferica si intorpidisce, con problemi motori o parestesie”.
Resistere senza danni permanenti è solo una questione di minuti, 4 o 5, non di più, e poi le funzionalità cognitive della persona in asfissia cominciano a decadere.
Aggressività e allucinazioni: cosa succede senza aria
In quei minuti però, la reazione del nostro cervello è estrema: “con la mancanza di ossigeno ci agitiamo, alziamo la voce e più ci si innervosisce più si consuma, tanto più in un contesto piccolo”.
la dottoressa Di Stadio ha poi spiegato: “L’ipossigenazione può aver dato problemi comportamentali tra loro, aggressività, sonnolenza e allucinazioni“.
Gli ultimi attimi di vita dei passeggeri del Titan, ammesso che il sottomarino non sia imploso, potrebbero quindi essere stati molto tesi, tenendo in considerazione anche il fatto che la cabina del mezzo era molto piccola.
La docente ha poi chiuso con un pensiero ad altre vittime del mare, i 700 migranti coinvolti nel naufragio del peschereccio su cui viaggiavano alcuni giorni fa al largo delle coste greche.