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I migliori ospedali italiani in cui farsi curare secondo Agenas sono Humanitas di Rozzano e Aou di Ancona

L’Agenas ha presentato la classifica dei migliori ospedali italiani nei quali farsi curare: sono l’Humanitas di Rozzano (Milano) e l’Aou di Ancona

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L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha presentato il Programma nazionale esiti 2023 (Pne), che contiene la classifica dei migliori ospedali italiani nei quali farsi curare. Per il secondo anno di fila sono presenti sul podio l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e l’Azienda Ospedaliero Universitaria (Aou) di Ancona, nelle Marche.

I migliori ospedali nei quali farsi curare

L’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ha presentato la nuova edizione del Programma nazionale esiti 2023 (Pne), un documento sviluppato su mandato del Ministero della Salute, che ha l’obiettivo di valutare l’efficacia nella pratica, l’appropriatezza, l’equità di accesso e la sicurezza delle cure garantite dal Servizio sanitario nazionale (SSN) nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA).

Nel programma, che è stato presentato alle 9:30 della giornata di oggi – giovedì 26 ottobre – presso la Sala Folchi dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata in Laterano, a Roma, è quindi presente una lista di quelli che vengono considerati i migliori ospedali italiani nei quali farsi curare.

I migliori ospedali italiani in cui farsi curare secondo Agenas sono Humanitas di Rozzano e Aou di AnconaFonte foto: ANSA
L’ingresso dell’Aou (Azienda ospedaliera universitaria) di Ancona, nella Marche, anche quest’anno tra i migliori ospedali italiani

Per il secondo anno di fila, sul podio sono presenti l‘Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, una struttura privata che si trova nel comune facente parte della città metropolitana di Milano, in Lombardia, e l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, che si trova nel capoluogo Ancona.

La valutazione delle strutture

Come chiarito nel report dell’Agenas, i dati presentati “fanno riferimento all’attività assistenziale erogata nell’anno 2022 da circa 1.400 ospedali pubblici e privati”, cercando di “descrivere i cambiamenti avvenuti a seguito della pandemia e le dinamiche che stanno caratterizzando il ritorno alle attività ordinarie”.

La valutazione si basa quindi su “195 indicatori, di cui 170 relativi all’assistenza ospedaliera (66 di esito/processo, 88 di volume e 16 di ospedalizzazione), e 25 relativi all’assistenza territoriale, valutata indirettamente in termini di ospedalizzazione evitabile (14 indicatori), esiti a lungo termine (7) e accessi impropri in pronto soccorso (4)”.

“Le evidenze scientifiche prodotte e i risultati del PNE – dichiara il Prof. Enrico Coscioni, Presidente AGENAS – confermano come tale attività rappresenti uno strumento fondamentale di governo del Servizio Sanitario Nazionale, che permette di far emergere le criticità assistenziali e individuare puntuali strategie correttive, anche attraverso l’organizzazione di attività di audit clinico-organizzativo utili a migliorare la qualità delle cure”.

Le eccellenze italiane

E proprio l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche hanno dimostrato, su un totale di 8 aree di valutazione, qualità alta o molto alta in almeno 6 aree cliniche (cardiocircolatorio, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, osteomuscolare, nefrologia, sistema nervoso, gravidanza e parto).

Durante il 2022 però, circa un terzo delle strutture è stato valutato solo per una o due aree cliniche, mentre sono state solo 331 quelle valutate per almeno 6 aree.

E mentre tende ad aumentare il numero degli ospedali italiani classificati ad alta qualità per la maggioranza delle prestazioni, otto ospedali presenti nel nostro Paese hanno una qualità delle cure basse e “vanno attenzionati”, come chiarito dal direttore generale dell’Agenas, Domenico Mantoan.

ospedale Fonte foto: 123RF
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