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CRONACA NERA

I genitori di Filippo Turetta e la questione del patriarcato: "Il maschilismo non c'entra, è impazzito"

I genitori di Filippo Turetta, Nicola ed Elisabetta, non ci stanno e si difendono dalle accuse mosse alla famiglia

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Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

Nicola ed Elisabetta, genitori di Filippo Turetta, non si danno pace per il gesto compiuto dal figlio che ha ucciso la 22enne Giulia Cecchettin. Da sabato, giorno del ritrovamento del corpo della giovane, non fanno altro che porsi domande, le stesse che poi faranno al figlio che domenica è stato arrestato in Germania. Ma troppe e pesanti sono le accuse che negli ultimi giorni sono state rivolte proprio alla famiglia di Filippo.

Famiglia patriarcale? La risposta dei Turetta

Intervistati dal Corriere della Sera, i Turetta continuano a difendersi e a tentare di prendere le distanze dal gesto del figlio Filippo, forse accecato da un raptus di follia quando ha ucciso Giulia Cecchettin. E papà Nicola, l’unico ad avere le forze per parlare con la stampa, difende la famiglia: “Non siamo talebani. Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne”.

Vederci descrivere ora come una famiglia patriarcale ci addolora molto” ha sottolineato, spiegando che con Filippo “parlavamo spesso in casa di questi temi, soprattutto quando i ragazzi partecipavano agli eventi organizzati dalla scuola”.

E a chi punta il dito sul rapporto tra Filippo e mamma Elisabetta, Nicola Turetta risponde: “Cosa doveva fare mia moglie? Non stirargli la tuta quando doveva andare a pallavolo? Non preparagli la cotoletta quando tornava? Ha fatto quello che fanno tutte la mamme”.

L’idea dei Turetta sull’omicidio di Giulia Cecchettin

Ma perché Filippo ha ucciso Giulia? È la domanda che i Turetta si pongono da giorni, la cui risposta sarà data forse soltanto dal figlio.

Ma una prima idea c’è, con Nicola Turetta che esclude la pista della premeditazione: “Dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare… Forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Non so darmi una risposta”.

“Secondo noi, ripeto, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione. Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato” ha aggiunto.

Le parole dure di papà Nicola su Filippo

Domenica, al ritrovamento del figlio in Germania, Turetta era stato duro con parole che avevano sorpreso tutti. “Speravo finisse in un’altra maniera” aveva detto, riferendosi al pensiero che il figlio potesse essersi suicidato.

Non è così, Filippo si trova ora in carcere in attesa di estradizione e il padre continua a puntargli il dito contro, ma pur sempre da genitore: “Sono cose che si pensano. Ma è pure sempre nostro figlio. Cosa dobbiamo fare? Pagherà per quello che ha fatto. Noi siamo pur sempre i suoi genitori”.

La sofferenza dei Turetta

Dalla morte di Giulia ci sono due famiglie che sono state investite dalla tragedia. In primis la famiglia Cecchettin, ma anche i Turetta e al Corriere Nicola non può non sottolinearlo: “Siamo devastati dal dolore. Pensiamo in continuazione a lei”.

Tra le lacrime, tra ricordi di Giulia e tanti interrogativi, anche il pensiero all’altro figlio: “Non è facile, soffre molto. Ieri sera era a tavola e ha sentito al telegiornale che “il killer” era stato fermato in Germania. È dura sentir parlare così di un fratello. Filippo in casa non è mai stato un ragazzo violento”.

Fonte foto: ANSA

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