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Virus B delle scimmie e il primo contagio da uomo: la spiegazione dell'esperto dopo l'allarme scattato in Cina

Virus B delle scimmie e i casi umani: i dati e la rassicurazione dell'esperto nonostante l'alto tasso di letalità

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Nei giorni scorsi, dalla Cina, più precisamente da Hong Kong, è scattato l’allarme per il cosiddetto virus delle scimmie, dopo che un uomo di 37 anni ha contratto l’herpes B. Alcuni media hanno ricominciato a parlare di rischi pandemici e di pericolo di contagi. A chiarire il quadro della situazione e a dare rassicurazioni ci ha pensato Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv).

Virus B delle scimmie: nessun pericolo pandemico, parla l’esperto

L’esperto, intervistato dall’AdnKronos, ha spiegato che “sono qualche centinaio, nessuno in Italia, i casi umani di virus B trasmesso dalle scimmie registrati a livello globale da quando questo patogeno è noto”.

La prima infezione documentata risale al 1932. Da allora è passato quasi un secolo, il che significa che le persone che sono state infettate sono state molto poche.

Virus B delle scimmie e i casi umani: i dati e la rassicurazione dell'esperto nonostante l'alto tasso di letalitàFonte foto: ANSA

L’ultimo caso riguarda appunto un 37enne di Hong Kong, attaccato da una scimmia durante un’escursione in un parco. Un macaco lo ha morso.

Caruso, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili, ha inoltre ricordato che è stato documentato anche un caso di trasmissione del virus da uomo a uomo.

Dunque si sa che esiste la trasmissione scimmia-uomo del virus ‘Monkey B’, innescata da morsi o graffi da parte di primati infetti. E almeno “virtualmente è possibile anche una trasmissione uomo-uomo”, ha sottolineato il prof. Come avviene? “Probabilmente, è l’ipotesi, sempre attraverso lo scambio di fluidi infetti, tramite tagli o rapporti sessuali“.

Il caso del veterinario deceduto nel 2021

Alla luce dei pochissimi casi registrati nell’arco di quasi un secolo, non si dovrebbe temere una impennata di contagi tantomeno un’ondata pandemica. L’ultimo caso prima di quello del 37enne di Hong Kong risale al 2021. Ed è stato scoperto sempre in Cina: un veterinario di Pechino è deceduto dopo essere stato infettato.

Virus B in fase avanzata: tasso di mortalità oltre il 70%

Se da un lato sembra non esserci un pericolo pandemico, dall’altro bisogna comunque fare molta attenzione perché chi viene infettato ha un’alta probabilità di morire.

Il virus B circola normalmente tra macachi e scimmie, per i quali si tratta di una malattia asintomatica. Mentre per gli esseri umani l’infezione è particolarmente grave.

La malattia può causare gravi danni cerebrali o portare alla morte: in fase avanzata ha un tasso di mortalità che supera il 70%.

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