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Hunter Biden, figlio del presidente Usa, incriminato per possesso illegale di armi: accuse legate alla droga

Il flglio del presidente Usa Joe Biden, Hunter, è incriminato per reati legati all'acquisto di una pistola per aver mentito sull'uso di stupefacenti

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Il figlio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, Hunter, è stato incriminato per il possesso illegale di una pistola acquistata dichiarando il falso sulla sua dipendenza dalle droga. Un altro guaio giudiziario per il secondogenito del capo della Casa Bianca sul quale pende il pericolo di una seconda imputazione per reati fiscali. Vicende che rischiano di compromettere la corsa per la rielezione del padre, che del controllo sulle armi e della lotta all’evasione ha fatto due punti centrali della sua campagna elettorale alle presidenziali del 2024. È la prima volta che il figlio di un presidente Usa in carica viene incriminato.

L’imputazione

Hunter Biden, 53 anni, ha ricevuto da parte del procuratore speciale David Weiss tre capi di imputazioni legati all’acquisto nel 2018 di una pistola Colt Cobra. L’accusa gira intorno al fatto che riempiendo i moduli per comprare l’arma, il figlio del presidente ha mentito sul consumo di stupefacenti.

I reati contestati sono per falsa testimonianza nell’acquisto dell’arma sono due, mentre un terzo è legato all’ottenimento dell’arma in modo illegale, mentre era dipendente dalla droga.

L’incriminazione arriva prima della scadenza dei termini di prescrizione di fine mese, in seguito al fallimento del patteggiamento: la vicenda giudiziaria che coinvolge Hunter Biden sembrava essere chiusa lo scorso giugno con l’accordo con cui il figlio del presidente Usa si dichiarava colpevole di due reati minori fiscali ed avviava un percorso extragiudiziario per evitare l’incriminazione per il possesso di armi.

Fonte foto: ANSA

Il presidente Usa, Joe Biden

Il patteggiamento fallito

L’accordo però è saltato a luglio quando la giudice Maryellen Noreika ha espresso dubbi sulla sua struttura. L’11 agosto, l’attorney general del dipartimento di Giustizia americano, Merrick Garland, ha conferito al David Weiss lo status di procuratore speciale in merito al caso.

All’inizio di settembre il procuratore federale David Weiss, scelto dal dipartimento di Giustizia come supervisore del caso, aveva informato la corte che la richiesta di incriminazione sarebbe stata presentata entro fine settembre per evitare che alcuni reati cadessero in prescrizione. L’accusa prevederebbe a seconda dei casi, da dieci a un massimo di venticinque anni di carcere, ma questo tipo di pene vengono raramente applicate quando si tratta del primo reato, inoltre il figlio di Biden non è accusato di aver utilizzato la pistola per commettere altri crimini.

I guai di Biden

L’ennesima grana giudiziaria di Hunter Biden arriva mentre il presidente degli Usa è impegnato a difendersi dalle accuse di impeachment dei Repubblicani sull’aver tratto benefici finanziari dall’attività dello stesso figlio, come consulente per governi stranieri, tra cui Cina e Ucraina. Lo Speaker della Camera, Kevin McCarthy, ha chiesto l’avvio di un’indagine formale per accertare se ci siano le basi per avanzare l’incriminazione del capo della Casa Bianca.

“Non so bene perché, ma sapevano semplicemente che volevano mettermi in stato d’accusa. E ora, per quanto posso dire, vogliono mettermi in stato d’accusa perché vogliono lo shutdown”, ha detto il presidente in un evento di raccolta fondi, nel suo primo commento sull’avvio dell’inchiesta alla House.

“Tutti mi chiedono sempre dell’impeachment – ha aggiunto – ma mi alzo ogni giorno non concentrato su di esso. Ho un lavoro da fare, devo affrontare i problemi che colpiscono il popolo americano ogni singolo giorno”.

Per sviare l’attenzione dalle accuse, Biden i repubblicani alla Camera sul fronte socio-economico, contrapponendo l’agenda della Bidenomics a quella della Maganomics, che vuole “abbassare le tasse ai ricchi e tagliare il welfare ai poveri”.

joe-e-hunter-biden Fonte foto: ANSA
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