Humanity 1, sbarcati a Catania 144 migranti: il comandante rifiuta di partire con i 35 ancora a bordo
Sbarcati a Catania 144 persone, mentre chi non ha i requisiti previsti dal nuovo decreto del Viminale resta a bordo. In arrivo anche la Geo Barents
Sono in 144 su 179 i migranti fatti sbarcare a Catania dalla nave ong Humanity 1, per la maggior parte si tratta di donne e bambini. A bordo rimangono soltanto 35 naufraghi che non potranno mettere piede a terra per effetto del decreto interministeriale varato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Attesa in porto anche la Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere con 572 persone a bordo.
- Lo sbarco dell'Humanity 1
- Il comandante rifiuta di partire con i 35 ancora a bordo
- Le proteste
- Attesa a Catania la Geo Barents
- Il punto del Viminale
Lo sbarco dell’Humanity 1
La nave della ong ‘Sos Humanity’ è arrivata nella notte nel porto di Catania, scortata da una motovedetta della Guardia Costiera. A scendere sono stati minori, donne e adulti in condizioni di salute precarie, così come previsto dalle nuove direttive ministeriali. Per 35 maschi adulti non è stato autorizzato lo sbarco-
Prima dello sbarco è stata eseguita a bordo un’ispezione sanitaria per individuare chi avesse i requisiti necessari previsti dal nuovo decreto. Presenti sul molo di Levante le forze dell’ordine, volontari della Protezione civile e diverse ambulanze, oltre al personale della Guardia costiera.
Le persone sbarcate sono state trasferite con i bus di linea urbana al Palaspedini, il palazzetto dello sport di piazza Spedini. “La struttura – conferma Marco Romano della Protezione civile del Comune di Catania – è pronta ad accogliere tutti gli ospiti presenti sull’Humanity 1. Anche se prende consistenza la voce che domani dovrebbero arrivare altre navi di ong a Catania,cercheremo di dare come sempre il massimo dell’ospitalità“.
Il comandante rifiuta di partire con i 35 ancora a bordo
Il capitano della Humanity 1, Joachim Ebeling, ha però respinto la richiesta di lasciare il porto con i 35 naufraghi rimasti a bordo.
“È mio dovere – ha dichiarato – completare il salvataggio delle persone in pericolo sbarcando tutti i sopravvissuti nel porto di Catania come luogo di sicurezza. Non posso lasciare il porto finché tutti i sopravvissuti salvati dall’emergenza in mare non siano sbarcati”.
Un messaggio di un migrante a bordo della nave Humanity 1
Le proteste
La ong ‘Sos Humanity’ ha definito da subito “illegale” il provvedimento del ministero dell’Interno sulla selezione delle persone da sbarcare, perché i 179 migranti soccorsi sono “rifugiati, in uno stato vulnerabile, alcuni di loro visibilmente traumatizzati: hanno bisogno di cure mediche e psicologiche”. Lanciando inoltre l’allarme scorte alimentari con “due pasti caldi che possono essere forniti solo per altri tre giorni”.
La Humanity 1 è una della quattro navi di ong che da giorni chiedono un porto sicuro per gli oltre mille migranti che hanno complessivamente a bordo, stazionando al largo delle coste orientali della Sicilia, nel Catanese.
Una trentina di attivisti hanno organizzato una protesta nei pressi del porto di Catania dietro uno striscione con scritto “Porti aperti” al grido di “tutti liberi e tutte libere”, chiedendo lo sbarco immediato di tutti i naufraghi.
Al porti di Catania anche Aboubakar Soumahoro, deputato della Camera di Verdi e Sinistra italiana, per contestare la decisione del Governo: “Salirò sulla nave Humanity1 nelle prossime ore – annuncia sui social – se il governo Meloni terrà sospese le vite umane nelle acque territoriali italiane per propaganda ideologico-identitaria. Le vite umane si salvano. È finita la campagna elettorale.”
Attesa a Catania la Geo Barents
In giornata dovrebbe arrivare al porto di Catania un’altra nave delle ong, la Geo Barents, con a bordo 572 persone soccorse, tra cui 60 minori non accompagnati.
Le autorità italiane hanno chiesto all’imbarcazione di Medici Senza Frontiere di entrare in porto per valutare la situazione sanitaria dei migranti ed eventuali casi di vulnerabilità.
Il punto del Viminale
Dopo lo sbarco dei profughi a Catania il Viminale ha fatto sapere di non arretrare rispetto alla decisione presa in Consiglio dei ministri è ha ribadito che le “le persone che hanno i requisiti possono sbarcare”, ma “gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali“.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato che l’Italia si fa “carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario”, ma, spiega, “senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera” e “senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro”.
“Non voglio dire che sarà accettato domattina dai nostri partner” in Europa, ha precisato il ministro, però ieri “si è registrata una discussione che noi volevamo riattivare”.