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CRONACA ESTERA

Guerra Israele-Libano, Netanyahu chiede all’Onu di rimuovere i caschi blu e continua con le aggressioni

Benjamin Netanyahu ha chiesto all'Onu di rimuovere l'Unifil "dalle roccaforti e dalle aree di combattimento di Hezbollah in Libano". Feriti 15 caschi blu dell'Onu

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Nethanyahu non arretra di un centimetro: le aggressioni dell’Idf ai caschi blu dell’Onu in Libano continuano. Per evitare ulteriori incidenti, il premier israeliano ha chiesto al segretario generale dell’Onu Guterres di “rimuovere l’Unifil dalle roccaforti e dalle aree di combattimento di Hezbollah in Libano”.

La richiesta all’Onu

“L’Idf lo ha chiesto ripetutamente, e ha avuto ripetuti rifiuti, tutti volti a fornire uno scudo umano ai terroristi di Hezbollah. Il vostro rifiuto di evacuare i soldati li rende ostaggi di Hezbollah”, ha esordino il primo ministro israeliano in una dichiarazione registrata rivolta al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

“Questo mette in pericolo la loro vita e quella dei nostri soldati. Ci rammarichiamo per l’infortunio subito dai soldati Unifil, facciamo tutto per prevenire questi incidenti”, ha detto.

Benjamin Netanyahu.

“Sfortunatamente, alcuni leader europei stanno esercitando pressioni nel posto sbagliato. Invece di criticare Israele, dovrebbero rivolgere le loro critiche a Hezbollah, che usa l’Unifil come scudo umano proprio come Hamas a Gaza usa l’Unrwa”, ha aggiunto Netanyahu nel suo discorso registrato.

Carri armati Idf nella postazione Unifil

La questione è semplice, dal punto di vista di Nethanyahu: i dispiegamenti dell’Unifil, la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite, si trovano sulle traiettorie dei proiettili sparati dagli israeliani contro gli obiettivi strategici di Hezbollah.

Dunque, secondo Nethanyahu, deve essere l’Unifil a sgombrare il campo per lasciare campo libero a Israele.

L’Unifil intanto ha denunciato ulteriori violazioni: due carri armati dell’Idf hanno fatto irruzione in una loro postazione nel sud del Libano.

Durante l’attacco sono rimasti feriti 15 soldati Unifil. I fatti si sono verificati attorno alle 4:30 di domenica 13 ottobre: due carri armati Merkava delle Idf “hanno distrutto” l’ingresso principale della postazione Unifil di Ramyah, già presa di mira il 12 ottobre. I carri sono poi entrati a forza e sono rimasti in posizione per 45 minuti. Unifil nel frattempo aveva inoltrato una protesta attraverso il meccanismo di collegamento.

L’Onu parla di violazioni “scioccanti”

L’Unifil ha chiesto spiegazioni all’esercito israeliano in merito a queste violazioni senza precedenti che sono state definite “scioccanti”. Ieri l’Idf aveva bloccato i movimenti dei caschi blu vicino a Meiss ej Jebel, negando loro il passaggio.

Le aggressioni dell’Idf ai caschi blu dell’Onu segnano un ulteriore indurimento nella strategia di Nethanyahu: fino ad oggi la comunità internazionale si meravigliava del fatto che il premier israeliano ignorasse apertamente i moniti degli Usa, storici alleati e protettori d’oltreoceano.

Da oggi Benjamin Netanyahu non solo dimostra di non temere di perdere il favore degli Stati Uniti: “Bibi” non ha timore di inimicarsi l’intera Organizzazione delle Nazioni Unite.

Le reazioni

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu e ha ribadito “l’inaccettabilità che Unifil sia stata attaccata dalle forze armate israeliane”.

Lo rende noto Palazzo Chigi, spiegando che la premier “ha sottolineato l’assoluta necessità che la sicurezza del personale di Unifil sia sempre garantita”. Critiche sono arrivate anche da altre segreterie europee e da Papa Francesco.

Fonte foto: IPA

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