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Guerra in Ucraina, nuova legge sull'informazione in Russia: la decisione di Rai e Mediaset

Rai e Mediaset hanno deciso di sospendere i loro servizi giornalistici in Russia in seguito all'introduzione di una nuova legge sull'informazione

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Rai e Mediaset hanno deciso di sospendere i servizi giornalistici dei loro inviati dalla Russia sulla guerra in Ucraina, in seguito all’approvazione da parte della Duma, il parlamento di Mosca, di una legge che prevede il carcere per chi diffonde notizie sulla guerra considerate “false” dal governo russo.

Guerra in Ucraina, la Rai sospende i servizi giornalistici dalla Russia

Attraverso un comunicato stampa, la Rai ha reso nota la decisione di sospendere i servizi giornalistici di inviati e corrispondenti dalla Russia.

Nella nota si legge: “In seguito all’approvazione della normativa che prevede forti pene detentive per la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorità, a partire da oggi (sabato 5 marzo 2022, ndr) la Rai sospende i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa”.

Il comunicato stampa della Rai prosegue così: “La misura si rende necessaria al fine di tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto e la massima libertà nell’informazione relativa al Paese. Le notizie su quanto accade nella Federazione Russa verranno per il momento fornite sulla base di una pluralità di fonti da giornalisti dell’Azienda in servizio in Paesi vicini e nelle redazioni centrali in Italia”.

Guerra in Ucraina, nuova legge sull'informazione in Russia: la decisione di Rai e MediasetFonte foto: ANSA
Il presidente russo Vladimir Putin.

Guerra in Ucraina, il Tg5 richiama il proprio inviato in Russia

Anche Mediaset ha deciso di prendere provvedimenti in seguito alla nuova legge introdotta in Russia. Clemente Mimun, direttore del Tg5, ha annunciato la decisione di ritirare il proprio inviato in Russia.

All’agenzia ‘Adnkronos’, Clemente Mimun ha dichiarato: “Anche noi giocoforza ritireremo l’inviato dalla Russia. Le norme sono talmente punitive che non si può fare nulla. Per lavorare in Russia i giornalisti devono avere un permesso. Io non ho corrispondenti ma un inviato ancora senza permesso. Ora però, costretti da queste nuove regole, lo faremo tornare”.

Il direttore del Tg5, a proposito della guerra in Ucraina, ha poi detto: “La Russia sta perdendo su più fronti perché sul terreno in Ucraina sta incontrando più difficoltà di quanto immaginasse, sul piano economico ha già perso 300 miliardi di euro, e su quello dei media Putin, che non è uno sprovveduto, sa quanto conti l’informazione e quindi pone limitazioni. Io penso che alla fine di questa guerra il Tribunale dei diritti umani avrà molto da lavorare e credo anche che non tutti i russi sappiano quello che il loro governo sta combinando. Del resto, anche in Ucraina le cose non vanno diversamente per i giornalisti: gli ucraini sono sospettosi perché temono le spie russe e i soldati russi non vanno molto per il sottile con i reporter”.

La chiosa finale di Clemente Mimun: “Dopo gli anni di Mani Pulite, in cui la notorietà era legata alla quantità di verbali che si ricevevano dalla Procura, e dopo il Covid, che veniva raccontato attraverso le conferenze stampa e la politica vaccinale, ora con la guerra l’attenzione si focalizza sul racconto degli inviati, che però si fa sempre più difficile, quando non impossibile, con le limitazioni russe”.

Guerra in Ucraina e nuova legge in Russia: la decisione dei media stranieri

Anche i media stranieri hanno preso provvedimenti simili a quelli adottati da Rai e Mediaset: l’agenzia Bloomberg ha sospeso tutte le attività dei suoi giornalisti in Russia, la Cnn ha deciso di non trasmettere più in tutto il paese russo e la Bbc ha ritirato i suoi giornalisti dalla Russia.

Guerra in Ucraina, il mondo condanna la Russia: chi sono gli ultimi alleati di Mosca e Vladimir Putin Fonte foto: ANSA
Guerra in Ucraina, il mondo condanna la Russia: chi sono gli ultimi alleati di Mosca e Vladimir Putin
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