Caso Gregoretti, Salvini attacca Pd e M5s
Il leader della Lega si è detto tranquillo in vista del voto in Giunta di lunedì
Non si placano le polemiche, da una parte e dall’altra, sul caso Gregoretti che vede coinvolto l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. La Giunta per le immunità al Senato lunedì 20 gennaio voterà l’autorizzazione a procedere nei confronti del leghista che, nonostante tutto, si è detto tranquillo.
“Per quanto mi riguarda, io sono tranquillissimo. Soltanto, mi vergogno come italiano. Ma non vede l’enorme spreco di denaro pubblico?” ha dichiarato Salvini nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera.
Il leader della Lega, impegnato in diversi incontri tra Emilia Romagna e Calabria in vista delle elezioni regionali del 26 gennaio, ha svelato: “Ieri mattina sono andato a trovare il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, con cui ho parlato della giustizia vera, dei sequestri alla criminalità e della lotta alla mafia. Il pensare che ci siano magistrati di una decina di tribunali in Italia che hanno tempo e denaro da perdere con me, che ho soltanto fatto il mio dovere, mi preoccupa in quanto italiano”.
Poi l’attacco agli avversari politici: “Se Pd e Cinque Stelle voteranno come dicono, vorrà dire che andrò a processo. Trovino un tribunale grande. Significa che coinvolgeremo il popolo. Il 90% dei cittadini delle più varie posizioni politiche ha apprezzato il mio sforzo di proteggere i confini italiani”.
“Io credo che la cosa più squallida di questi giorni è la vergogna che provano il Pd e il M5S: vogliono mandarmi a processo ma sanno che è senza senso e dunque vorrebbero farlo dopo le elezioni in Calabria ed Emilia-Romagna. E se la prendono con la presidente” ha aggiunto Salvini.
Il polverone, alzatosi nelle scorse ore, ha coinvolto anche la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati che ha votato in Giunta: “Ho parlato con la presidente prima e dopo il convegno, a cui lei è venuta a portare il suo saluto. Ma abbiamo affrontato esclusivamente il tema della lotta all’antisemitismo”.
Referendum sulla legge elettorale, l’affondo di Salvini
Sulla mancata concessione dalla Corte Costituzionale del referendum sulla legge elettorale ha poi proseguito: “Una Corte di sinistra ha fatto una scelta di sinistra. Se preferisce, ha fatto una scelta di sistema, anzi per bloccare il sistema. In Parlamento c’è una maggioranza di qualche centinaio di eletti che vuole farsi una legge a suo vantaggio, mentre 60 milioni di italiani avrebbero scelto per tutti: ma la Corte ha deciso che scelgano i partiti e non gli italiani”.
“Speravo che essendoci di mezzo il futuro del Paese, sarebbero andati oltre le logiche politiche e partitiche. E invece, ha prevalso l’istinto di conservazione. Ma così, si è tolto ai cittadini il diritto di scegliere la legge che vogliono” ha incalzato.
Sul proporzionale con sbarramento al 5% ha aggiunto: “Sarebbe un passo indietro di 40 anni. Partiti e partitini che fanno il bello e il cattivo tempo. E adesso loro parlano del 5% ma io già me li vedo in Parlamento a scendere al 4%, al 3%… Perché c’è Renzi, e poi c’è Leu e poi c’è mia nonna… E comunque, se il maggioritario secco gli fa così paura, c’è il Mattarellum. Una legge elettorale già pronta e al di sopra di ogni sospetto, dato che non è firmata da un aspirante dittatore ma dall’attuale presidente della Repubblica”.
Infine sulle Sardine, che hanno aperto ad un incontro col premier Conte, ha concluso: “A Maranello noi saremo un mare. E su Conte… Ormai da lui, da Zingaretti e da Renzi mi aspetto di tutto. Certo, se con tutti coloro che protestano — agricoltori, pescatori, polizia penitenziaria — Conte incontrasse le Sardine, Palazzo Chigi sarebbe veramente surreale. Sembrerebbe Sanremo, non la presidenza del Consiglio”.