Effetto Green pass, perché l'aumento di contagi è una "buona notizia"
Il fisico Battiston ha spiegato perché l'aumento di casi registrato dall'entrata in vigore dell'obbligo di Green pass ha avuto dei risvolti positivi
A quasi una settimana dall’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass per tutti i lavoratori, si iniziano a vedere degli effetti collaterali positivi sulla curva epidemica. A colpo d’occhio si può notare come nell’ultima settimana i contagi siano stati in graduale aumento; il che può sembrare preoccupante, ma secondo il fisico dell’Università di Trento Roberto Battiston non è così.
Covid, perché l’aumento di casi è una “buona notizia”
In un’intervista di Repubblica, l’esperto ha spiegato che grazie al Green pass è stato possibile “individuare i non vaccinati infetti”, “che altrimenti continuerebbero a contagiare”.
“È importantissimo – ha osservato Battiston – perché misura in modo oggettivo la presenza dell’epidemia nella popolazione non vaccinata, difende i luoghi di lavoro dall’inserimento di persone contagiose, riduce significativamente l’epidemia nel Paese, perché per la prima volta fa un tracciamento sistematico, non collegato al tracing”.
I contagi nell’ultima settimana
Nell’ultima settimana si è assistito a un aumento di 2.983 casi sabato 16 ottobre, seguito da un calo improvviso la domenica e il lunedì, per poi tornare a risalire il martedì con 2.697 casi e 3.702 il mercoledì.
“In realtà – ha illustrato Battiston – la risalita è una buona notizia: ci aiuta a identificare nella popolazione complessiva, soprattutto tra i non vaccinati, le persone che sono ‘pericolose’ in quanto contagiose”.
Fonte foto: Protezione civile
Il fisico ha precisato che, a fronte di un aumento di contagi nell’immediato futuro, “sarà molto grande il beneficio complessivo in particolare per la popolazione dei non vaccinati, dove oggi avviene la gran parte contagio e dove registriamo la maggior parte degli esiti gravi”.
Battiston: “Test a tappeto grazie al Green pass”
Si tratta, secondo Battiston, di una sorta di “test a tappeto, come fu fatto in Alto Adige con il test antigenico per 350mila persone: nei giorni successivi tutti i parametri dell’epidemia crollarono, perché furono messi in quarantena le poche migliaia di positivi che avrebbero continuato a ignorare di esserlo senza quella operazione e a diffondere il virus”.
Tutto questo in previsione di un inverno che, se gli indicatori epidemiologici in Italia continueranno a rimanere stabili, sarà molto diverso rispetto a quello dell’anno scorso. Situazione assai differente da quella nel Regno Unito, dove si temono 100mila contagi al giorno.
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