Green pass, obbligo anche in Parlamento. No vax annunciano battaglia
L'obbligo del green pass varrà anche in Parlamento: serve però una decisione autonoma di Camera e Senato
Dal 15 ottobre il green pass sarà obbligatorio per tutti i dipendenti della Pubblica amministrazione e per i lavoratori del settore privato, compresi autonomi e professionisti come colf, badanti, tassisti e idraulici. È quanto prevede il nuovo decreto approvato dal Consiglio dei ministri.
Il provvedimento contiene l’estensione dell’obbligo della certificazione verde anche agli organi elettivi e istituzionali, come ad esempio sindaci e consiglieri regionali e comunali. E un “invito” al Parlamento ad adeguarsi alla norma.
Questo perché per gli organi costituzionali, come appunto Camera e Senato ma anche Corte costituzionale e presidenza della Repubblica, vale la cosiddetta autodichia, il potere di decidere in autonomia senza ingerenze esterne.
Green pass, obbligo anche in Parlamento
Per il Parlamento spetterà quindi agli uffici di presidenza delle due Camere stabilire le nuove regole per allinearsi al resto del mondo del lavoro. Attualmente alla Camera e al Senato si chiede il green pass a tutti (dipendenti, parlamentari ed esterni) solo per entrare in biblioteca, al ristorante o in mensa.
A breve però sia a Montecitorio che a palazzo Madama si applicheranno le stesse regole valide per il resto del Paese. La questione sarà affrontata nelle conferenze dei capigruppo di Camera e Senato già nella prossima settimana.
La norma dovrebbe venire approvata senza problemi, dato che tutte le principali forze politiche presenti in Parlamento sono a favore. A partire da Pd, Italia Viva e Forza Italia, che lo chiedevano da tempo.
“Da agosto chiedo il Green Pass in Parlamento. Meno male che il governo c’è: il tempo della melina è terminato”, ha dichiarato il senatore Pd Andrea Marcucci. Sostegno alla decisione anche dal M5S.
L’estensione del green pass in Parlamento trova d’accordo anche Lega e Fratelli d’Italia. “Se la politica impone il green pass ai lavoratori, e addirittura a chi fa volontariato”, ha detto Matteo Salvini, “è ovvio che i politici devono essere i primi a rispettare queste regole, a partire dal Parlamento”.
“Noi siamo contro il green pass – ha dichiarato il capogruppo di FdI Francesco Lollobrigida – ma anche per il rispetto della legge: se il provvedimento vale per tutti, vale anche per i parlamentari. Ma io avrei preferito una scelta autonoma, e in anticipo, da parte della Camera”.
Green pass, i parlamentari no vax non ci stanno
Alcuni parlamentari però annunciano battaglia contro l’obbligo del green pass all’interno di Camera e Senato. Come il leghista Claudio Borghi, che annuncia un ricorso alla Consulta.
“Siamo al punto – ha detto – che un governo ‘intima’ un provvedimento al Quirinale e alla Consulta. Che bello, ora che l’obbligo sarà esteso al Parlamento, quindi anche a me, avrò l’occasione di potere fare un bel ricorso alla Corte costituzionale”.
Sulla stessa linea la collega di partito Roberta Ferrero, la senatrice che ha organizzato a Palazzo Madama il discusso convegno sulle cure “alternative” per il Covid: “Io sono contraria all’estensione dell’obbligo del green pass a tutti i lavoratori, e siccome considero lavoratori anche i parlamentari tiri lei le conclusioni…”
Annuncia battaglia anche l’ex cinquestelle Gianluigi Paragone: “Un parlamentare che non è immunizzato dovrebbe fare un tampone prima di prendere un mezzo per raggiungere Roma, poi un altro se vuole completare la settimana di impegni in Parlamento. Non ci sto, io forzerò questa regola ed entrerò lo stesso in Senato: vediamo chi mi dirà che non posso svolgere il mio mandato”.
Come ricorda il deputato questore Francesco D’Uva però, “i tamponi alla Camera si possono fare gratuitamente ogni giorno. Se scade un green pass, insomma, si rinnova”.