Green pass, Barillari chiede asilo politico al consolato svedese
Davide Barillari, in protesta contro il Green pass, ha dichiarato l'intenzione di chiedere asilo politico al consolato svedese
Dopo l’occupazione degli uffici della Regione Lazio terminata nella serata di venerdì 15, Davide Barillari, consigliere della Regione Lazio, ex M5s e fondatore di R2020, ha studiato una nuova protesta contro il Green pass. Barillari si è spostato davanti al consolato svedese per “chiedere asilo politico“.
Green pass, l’annuncio social di Davide Barillari
Sul suo profilo ‘Facebook’, Davide Barillari ha spiegato anche la decisione di uscire dagli uffici della Regione Lazio dove si era “barricato” assieme alla deputata Sara Cunial, ex pentastellata passata al Gruppo Misto.
Il suo post si apre così: “Ci hanno obbligato ad uscire perché, guarda caso, hanno scovato proprio ieri pomeriggio (…) un dipendente regionale vaccinato con Green pass positivo al Covid e dovevano procedere ad una sanificazione straordinaria urgente”.
Nel post si legge ancora: “TV e giornalini che sono corsi ieri a urlare ‘occupazione dei No vax della regione Lazio’ non hanno detto una sola parola sul positivo vaccinato. Zingaretti dovrebbe solo vergognarsi”.
Poi la chiosa finale: “Ora siamo al consolato svedese a chiedere asilo politico”.
Green pass, il motivo dell’occupazione alla Regione Lazio
Con un comunicato stampa congiunto in merito all’occupazione degli uffici della Regione Lazio, Sara Cunial e Davide Barillari hanno sottolineato che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” e che “la libertà personale è inviolabile. Questa è la nostra Costituzione e tutti i cittadini e gli organi dello Stato sono chiamati a osservarla fedelmente. E noi siamo qui per questo”.
La nota è proseguita così: “Migliaia di persone sono morte per veder riconosciuti questi diritti. Siamo qui per onorarne la memoria e per difendere con ogni mezzo quei diritti che giorno dopo giorno ci vengono vergognosamente strappati. Il nostro lavoro, la nostra vita, la nostra dignità non sono barattabili. Noi non siamo in vendita”.
I due hanno poi aggiunto: “Non ci piegheremo ad alcun bieco, vile e oltraggioso ricatto qual è quello che si sta compiendo in queste ora chiedendo a milioni di lavoratori italiani di rinunciare al proprio posto o alla propria integrità. Non avete fatto i conti però con il popolo italiano, con i milioni di cittadini pronti a resistere e a lottare”.
L’ulteriore affondo: “I diritti concessi ai pochi, in cambio di qualcosa, si chiamano privilegi. E uno Stato che si erge su questo principio si chiama dittatura. Non possiamo permetterlo. Ci dovranno portare via con la forza, calpestando fino all’ultimo brandello della legislazione italiana, se vorranno metterci a tacere. In caso contrario noi saremo qui, a dimostrare che ad alzare la testa e a dire no a tutto questo siamo in tanti e saremo sempre di più”.