Governo italiano denunciato sul caso Almasri alla Corte penale internazionale, perché "non ci sarà indagine"
La Corte penale internazionale non indagherà sul governo italiano per il caso Almasri, ma la vicenda resta al centro di polemiche e indagini nazionali
La denuncia contro il governo italiano per il caso Almasri, presentata presso la Corte penale internazionale dell’Aia, accusa rappresentanti dell’esecutivo di aver ostacolato la giustizia in violazione dello Statuto di Roma. Nonostante le accuse contro Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, la Corte ha specificato che non verrà avviata alcuna indagine. La Procura di Milano ha comunque aperto un fascicolo nazionale per approfondire la vicenda.
- Caso Almasri, le accuse al governo italiano
- Perché la Corte penale internazionale non avvierà un’indagine
- Attacchi delle opposizioni e difesa del governo
Caso Almasri, le accuse al governo italiano
La denuncia, presentata dai legali di un rifugiato sudanese che ha testimoniato sulle torture subite dal generale libico Almasri, riguarda il mancato arresto del generale quando si trovava in Italia.
Secondo il documento, Meloni, Nordio e Piantedosi avrebbero abusato dei loro poteri per evitare la consegna di Almasri alla Corte penale internazionale, violando l’articolo 70 dello Statuto di Roma, che disciplina i crimini contro l’amministrazione della giustizia internazionale.
Fonte foto: ANSA
Osama Almasri
Le accuse sono state trasmesse al cancelliere e al presidente del Tribunale internazionale, ma le fonti della Corte hanno chiarito che la denuncia rappresenta solo una delle molte ricevute e non ha portato all’apertura di alcuna indagine. “Non ci sono i presupposti per procedere”, specificano fonti vicine all’Aia riportate dal Corriere della Sera.
Perché la Corte penale internazionale non avvierà un’indagine
La decisione di non aprire un fascicolo formale nasce dall’assenza di elementi sufficienti a sostenere le accuse. La denuncia, pur corredata da 23 pagine di documenti e numerosi allegati, non avrebbe convinto i giudici della Corte. Fonti giudiziarie spiegano che spesso denunce di questo tipo vengono archiviate per mancanza di riscontri concreti.
A livello nazionale, invece, la Procura di Roma ha già iscritto Meloni, Nordio e Piantedosi nel registro degli indagati per presunto favoreggiamento e peculato legato al rimpatrio di Almasri su un aereo di Stato. Il governo ha definito l’indagine come un atto dovuto e ha fortemente contestato l’ipotesi di reato.
Attacchi delle opposizioni e difesa del governo
Le opposizioni, guidate dalla segretaria del PD Elly Schlein, attaccano duramente il governo. Schlein ha chiesto spiegazioni pubbliche da parte di Giorgia Meloni, accusandola di sottrarsi alle sue responsabilità.
Anche il leader del M5S Giuseppe Conte ha criticato il governo, affermando che l’esecutivo dovrebbe rispondere delle violazioni dinanzi alla giustizia internazionale.
Dall’altro lato, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha difeso l’operato del governo, pur ammettendo il dispiacere per il mancato processo ad Almasri. Nordio ha sottolineato che le regole giuridiche internazionali devono essere rispettate per non delegittimare il sistema dei tribunali.
Nel frattempo, il dibattito si sposterà martedì 11 febbraio al Parlamento europeo a Strasburgo, dove alcuni europarlamentari chiederanno chiarimenti sul rispetto delle prerogative della Corte e sulla condotta del governo italiano.
