Governo, i punti chiave del programma di Draghi
I programma di Draghi si va delineando sulla base di alcuni punti fondamentali: ecco quali sono
A cavallo tra il primo e il secondo giro di consultazioni, che inizia lunedì 8 febbraio, il premier Draghi si è ritirato nel suo casale di Città della Pieve, in Umbria, per riflettere su come mettere insieme i pezzi di una maggioranza assai variopinta. Durante gli incontri con gli esponenti dei partiti, infatti, è emerso l’appoggio di quasi tutte le forze politiche – in pratica tutti, tranne Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni – ciascuno però con le proprie priorità e perplessità.
La sfida di Draghi tra tensioni sociali, programmi ed equilibri politici
È compito di Draghi, adesso, trovare una sintesi tra le esigenze della politica e naturalmente quelle del Paese, fortemente danneggiato dalla pandemia sia dal punto di vista sanitario che economico.
Come riporta La Repubblica, il premier Draghi ha intrattenuto un costante scambio telefonico con il capo dello Stato Sergio Mattarella, che dal canto suo gli ha lasciato carta bianca.
La sfida di Draghi, adesso, è quella di riuscire a definire i due elementi che comporranno il suo governo: il programma e il “perimetro” della maggioranza, che sono tra loro interconnessi e dal primo dipende il secondo. Il premier aveva detto che a lui spetta la sintesi per formare il governo, ma sta poi ai partiti decidere se questa sintesi sia compatibile con le convinzioni individuali.
I punti chiave del programma di Draghi
I punti chiave del programma e del pensiero di Draghi si vanno così delineando: alla base di tutto c’è il concetto di “coesione sociale“, necessario affinché non si creino nuovi strappi all’interno del governo che possano poi risultare in malumori e distanze tra i cittadini.
Un altro punto fondamentale riguarda gli investimenti in campo sanitario. Durante un incontro pubblico con Filippo Crea, primario di cardiologia dell’ospedale Gemelli e direttore dell’European Heart Journal, Draghi aveva detto a settembre, in tempi non sospetti: “La pandemia ha evidenziato l’importanza di avere buone strutture di assistenza e un sistema robusto”. Una posizione che quindi si rifletterà direttamente sul Recovery Plan.
Ma la salute è anche il benessere dei lavoratori e delle attività che sono state devastate dalla pandemia con le continue chiusure. A marzo scadrà il blocco dei licenziamenti, e le energie del premier Draghi sono proiettate verso la tutela per famiglie e lavoratori senza far leva solamente sui sussidi. Come riporta La Repubblica, Draghi crede fortemente che “gli incentivi devono creare nuovi lavori, non salvare quelli vecchi”.
Protagonisti del programma di Draghi saranno i giovani, verso i quali saranno fatte confluire più risorse: sono i giovani di oggi, infatti, coloro sulle cui spalle poggerà il peso dell’Italia di domani.
E naturalmente, qualsiasi movimento della mano di Draghi sarà guidato dal concetto di europeismo: da ex presidente della Bce, il premier è certo che la coesione con l’Europa sia il punto di partenza per risolvere la crisi italiana. Ed è su questo punto che potrebbero nascere malcontenti tra le forze politiche: in particolare per la Lega di Salvini, più vicina al pensiero sovranista, nonostante il recente cambio di rotta.
Insieme al programma, Draghi sta lavorando anche ai ministri che comporranno il governo: ma dei tanti nomi circolati nei giorni scorsi, l’unica certezza è che quello di Conte non figurerà nella squadra.