Gli eredi di Lucio Battisti vincono la causa in appello contro Sony Music, che chiedeva 8,5 milioni di danni
L’etichetta, che aveva richiesto 8,5 milioni di euro di danni a Grazia Letizia Veronese e Luca Battisti, ha perso la causa, ma si prepara al ricorso
Sono passati 25 anni dalla morte di uno dei più grandi artisti del panorama musicale italiano, eppure non si placano polemiche e cause inerenti l’eredità del vasto repertorio lasciato da Lucio Battisti, scomparso il 9 settembre del 1998. L’ultima tappa è la sentenza della causa tra Sony Music e gli eredi del cantautore, vinta da questi ultimi in appello. Ma l’etichetta annuncia già il ricorso.
- Lucio Battisti, un gigante italiano
- La causa tra Sony e gli eredi di Battisti
- La decisione della Corte d’Appello
Lucio Battisti, un gigante italiano
Il 9 settembre del 1998, dopo quasi due decenni lontano dalle luci dei riflettori, veniva a mancare Lucio Battisti, uno dei più grandi musicisti e cantautori della musica italiana.
20 album in studio, 25 milioni di dischi venduti e uno vastissimo repertorio di canzoni e di enormi successi, che hanno fatto sognare e innamorare milioni di persone, riuscendo perfino a restare nel linguaggio d’uso comune, grazie alle parole del maestro Mogol interpretate magistralmente dall’artista nato a Poggio Bustone.
Lucio Battisti (d) insieme a Mogol (s) in una immagine di archivio
A distanza di 25 anni dalla morte però, ardono ancora polemiche e battaglie sull’eredità artistica di Battisti, con la Sony Music che ha avanzato una richiesta di risarcimento di 8,5 milioni di euro agli eredi, che hanno però vinto in appello la causa.
La causa tra Sony e gli eredi di Battisti
La causa mossa da Sony Music a Grazia Letizia Veronese, 70enne vedova del cantautore, e al 49enne Luca Battisti, figlio della coppia e avvocato, è la stessa che per molti anni ha visto il paroliere Mogol nei panni dell’etichetta statunitense.
Per la major (così come per Giulio Rapetti, vero nome del presidente della SIAE e consulente per la cultura popolare presso il Ministero della Cultura), gli eredi del cantautore sarebbero colpevoli di aver revocato il mandato alla SIAE per l’uso on line delle opere musicali di Lucio Battisti, impedendo di fatto alla Sony di commercializzare le sue canzoni sulle principali piattaforme digitali.
In aggiunta, per la Sony gli eredi hanno anche ostacolato lo sfruttamento delle opere musicali di Lucio Battisti per sincronizzazioni, ovvero per l’uso negli spot commerciali. Per l’etichetta quindi, i continui e ingiustificati veti posti dalla famiglia di Battisti avrebbero causato ingenti danni economici alla compagnia, che la stessa ha stimato ammonti a 8,5 milioni di euro.
La decisione della Corte d’Appello
La sentenza di primo grado aveva però dato ragione a vedova e figlio di Battisti, e la Corte d’Appello di Milano ha confermato la stessa linea, rigettando la richiesta di risarcimento di Sony e condannando l’etichetta al pagamento delle spese processuali.
Come chiarito da Simone Veneziano, legale della famiglia Battisti, la decisione della Corte milanese “è significativa per almeno tre ragioni: in primo luogo, perché un giudice chiarisce, per la prima volta, che i contratti discografici stipulati oltre cinquanta anni fa non consentono, senza adesso il consenso degli eredi degli editori musicali, di utilizzare le registrazioni che incorporano le interpretazioni a suo tempo eseguite né online né per la pubblicità di prodotti commerciali.
“In secondo luogo, perché l’accoglimento della tesi di Sony Music avrebbe avuto un effetto dirompente nel settore della musica […] e a ‘comandare’ sulle opere musicali sarebbero le case discografiche. […] In terzo luogo, perché gli eredi di Lucio Battisti sono stati assolti anche dall’accusa di aver violato, in qualità di amministratori delle opere musicali di Lucio Battisti, gli obblighi di diligenza nei confronti di Sony Music”.
Sony ha già comunicato che farà ricorso in Cassazione. Al momento, sulle librerie digitali sono disponibili solo le canzoni registrate dal suo Mogol-Battisti, mentre il “periodo Sony”, ovvero i brani pubblicati dal 1982 al 1998, non sono disponibili online.