Giuseppe Cruciani torna su Elena Cecchettin: "Parole senza senso. Educazione sentimentale? Una cretinata"
In un'intervista a Libero Quotidiano, Giuseppe Cruciani ha parlato ancora di Elena Cecchettin: "Cultura patriarcale? Finiamola di dire cazzate"
Giuseppe Cruciani non ritiene di doversi scusare come uomo per l’omicidio di Giulia Cecchettin: “Io non mi sento colpevole”, ha spiegato il noto conduttore radiofonico in un’intervista pubblicata giovedì 23 novembre su Libero Quotidiano. Nelle ultime puntate del programma La Zanzara (Radio24), Cruciani aveva già criticato le parole della sorella della vittima, Elena, che aveva messo in correlazione la tragedia con il concetto di società patriarcale.
- L'intervista di Cruciani a Libero Quotidiano
- Il rischio delle attenuanti all'imputato
- "Non possiamo pretendere di vivere in una società senza omicidi"
- A proposito dell'educazione sentimentale nelle scuole
L’intervista di Cruciani a Libero Quotidiano
“È incredibilmente iniziato il processo al maschio omicida, stupratore, violento. Che racchiude tutti i mali della società”, spiega il noto opinionista nell’intervista alla giornalista (e amica) di Libero Quotidiano, Hoara Borselli.
Lui però si oppone fermamente a questa tendenza: “È una gigantesca bufala e un’offesa alla vittima. Perché in questo modo si sposta l’attenzione dall’unico colpevole, che è Filippo Turetta“, prosegue.
Giuseppe Cruciani durante il ”Maurizio Costanzo Show”
La si sposta “verso un genere reo di non essere stato rieducato”. Una sorta di “depotenziamento della responsabilità del singolo, figlio della ‘cultura patriarcale’. Ma quale? Finiamola di dire cazzate”.
Il rischio delle attenuanti all’imputato
Il rischio, secondo Cruciani, è che si finisca per concedere “attenuanti all’imputato“.
La nota voce radiofonica rievoca la storia del cittadino bengalese accusato di aver picchiato la moglie e finito con un’assoluzione perché il fatto non sussisteva. “In alcuni tribunali la discriminante culturale è stata fatta valere”, spiega.
In realtà, come riporta Open, la procura di Brescia aveva preso le distanze dal pm Antonio Bassolino, che aveva parlato di “impianto culturale” del paese d’origine per i maltrattamenti. L’assoluzione sarebbe poi arrivata perché secondo il giudice mancava l’abitualità della condotta, necessaria per contestare un reato di questo tipo.
Cruciani continua dicendo che il fenomeno culturale “esiste ma in quei paesi islamici, africani, dove l’uomo esercita nei confronti della donna una superiorità evidente e i cui gesti e le violenze vengono giustificati dalla religione. Ma non è il caso di paesi occidentali come il nostro”.
“Non possiamo pretendere di vivere in una società senza omicidi”
Alla domanda se si riconosce nella società che viene raccontata, Cruciani spiega che “la realtà dimostra esattamente il contrario, per fortuna”.
“Dimostra – dice lui – che l’omicidio, la violenza nei confronti di una donna in Italia, sono fenomeni largamente minoritari. Ovviamente anche un solo omicidio è grave ma non possiamo pretendere di vivere in una società dove non ci siano omicidi. Non esiste l’eden, non esiste la società perfetta in cui qualcuno non ammazzi o eserciti sopraffazione nei confronti di un’altra persona”.
A proposito dell’educazione sentimentale nelle scuole
Infine, sulla proposta politica di insegnare l’educazione sentimentale nelle scuole, Cruciani ha ribadito di considerarla una “baggianata colossale trasversale che riguarda destra e sinistra”.
“Quando non si ha nulla da dire bisogna proporre qualche formula, qualche cosa di nuovo. Come evitare che un altro Filippo Turetta ammazzi un’altra Giulia Cecchettin? Ecco che arriva l’educazione sentimentale che non serve a nulla, è una cretinata“, ha concluso.