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Giulia Tramontano e le bugie di Alessandro Impagnatiello svelate dall'amante al processo: i video e i messaggi

Le presunte bugie di Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, svelate in aula dall'ex amante

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Aveva provato a salvarla, ma senza riuscirci. Giovedì 7 marzo, in occasione della terza udienza del processo, è stato il giorno della testimonianza in aula della 23enne italo-inglese, amante di Alessandro Impagnatiello, che ha raccontato le presunte bugie che l’uomo, accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano, le aveva raccontato sulla fidanzata 29enne, incinta al settimo mese.

I messaggi della sorella e della madre di Giulia prima dell’udienza

Prima dell’udienza, la sorella e la madre di Giulia hanno rilasciato alcune dichiarazioni sui social.

Chiara Tramontano, su Instagram, ha scritto: “Una sola condizione: ergastolo a vita“.

chiara tramontano sorella giuliaFonte foto: ANSA
Chiara Tramontano, la sorella di Giulia, in uno scatto del 18 gennaio 2024

Loredana Femiano, la madre che ha poi testimoniato in aula, ha scritto: “Oggi in aula combatteremo per te”.

La testimonianza dell’amante di Impagnatiello

Nell’aula del Tribunale di Milano ha parlato l’amante di Alessandro Impagnatiello, protetta da un paravento.

Le due donne si erano incontrate il 27 maggio 2023 per un confronto sul rapporto che entrambe avevano con il barman.

Quella sera stessa, nell’abitazione della coppia a Senago, vicino Milano, Impagnatiello – reo confesso – avrebbe ucciso Giulia con 37 coltellate.

Le bugie di Impagnatiello all’amante

L’amante del killer reo confesso ha poi elencato, tra le lacrime, le diverse bugie, riferite a Giulia Tramontano, che Impagnatiello le aveva raccontato. Questi i passaggi principali:

“All’inizio sapevo che Giulia viveva in casa con lui, ma da dicembre, gennaio scorso in poi, mi diceva che non stavano più insieme. Quando l’ho conosciuto ero consapevole che era fidanzato, ma poi mi aveva detto che si erano lasciati, che non voleva più stare con lei e che non erano più felici nella relazione. Ho capito, poi, che Giulia era ancora presente verso marzo, aprile e che lui non era da solo, quando era andato in vacanza a Ibiza e ho visto sul suo telefono delle sue foto con lei. Non sapendo come gestire la situazione volevo aiutare Giulia, farle capire, darle qualcosa di concreto e farle capire cosa stava succedendo”.

“All’inizio mi ha fatto credere che Giulia volesse farsi male e poi che fosse bipolare e che volesse uccidersi. Ad aprile 2023 ho scoperto che Giulia era incinta, ma Alessandro mi ha detto che non era il padre, che aveva fatto il test del dna. Gli avevo chiesto di farmelo vedere per confermare se diceva la verità. Quando ho visto il test, ci ho creduto”.

“Lui mi ha prestato il suo tablet e lì ho trovato il file del test del Dna. Ho visto la cronologia delle sue ricerche e ho trovato le immagini per creare il documento. Ho visto anche nelle mail il file Excel per fare il documento. Avendo già mentito la prima volta, non volevo che creasse un’altra storia per coprirsi. Sapevo già tutto, ma volevo capire fino a che punto voleva arrivare con le sue bugie”.

Il video prima dell’omicidio e gli audio

L’accusa, con le pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, ha anche depositato il video fornito ai carabinieri dall’amante come elemento per dimostrare come l’omicidio di Giulia Tramontano fosse premeditato.

Nel filmato, datato 20 maggio 2023 – 7 giorni prima dell’uccisione della fidanzata – Alessandro Impagnatiello dichiara che “a settembre mi auguro di essere ufficialmente fidanzato con lei“.

Impagnatiello e l’amante erano a cena fuori in un noto locale di Milano in zona piazza Baiamonti per il compleanno della ragazza: “Ha detto che voleva solo stare con me ed ero la donna della sua vita”, ha testimoniato la 23enne.

Nell’aula risuona poi per la prima volta la voce di Giulia Tramontano: gli audio diffusi sono conversazioni tra lei e l’amante dell’imputato, in cui le due donne si confessano le bugie di Impagnatiello.

Tra i messaggi che si sono scambiati le donne, anche un drammatico: “Ti prego salvati, appena puoi salvati tu e il tuo bambino…“, scritto dall’amante “intendendo di salvarvi da una persona non onesta, che aveva due vite parallele. Lei non era felice, il giorno che aveva preso i mobili per il bambino era da sola, erano stati mesi difficili per lei. Lei subiva la mancanza, l’assenza di Impagnatiello” racconta la giovane che ha anche offerto un tetto a Giulia per non farla tornare nell’appartamento di Senago.

Poi la 23enne racconta la telefonata avuta con la vittima: “Quando ho chiamato Giulia lei mi ringraziò, le ho spiegato chi ero e che ero nella stessa sua situazione, lei mi ha ringraziato e mi ha detto che voleva vedermi, mi ha detto che ci dovevamo vedere quello stesso giorno e lui ha scoperto che avevo parlato con lei ed era inc******. Avevo deciso di dire a Giulia che ne avevo abbastanza delle bugie di lui, ho deciso che lei doveva sapere, lui continuava a negare tutto nonostante le prove che avevo”.

Prima del 27 maggio, giorno dell’omicidio, “l’ho affrontato e gli ho detto che sapevo tutto e volevo finire la relazione, siamo tra il 20 di maggio e il 27, forse il 24, 25, e lui mi disse che voleva parlarmi della sua situazione e continuava a negare, a dire che non era il padre del bimbo, anche se avevo scoperto che il test del Dna era falso. Diceva che non stava più con Giulia. ‘Se non ci credi che non è figlio mio chiama Giulia’, mi minacciò così. Ma io avevo già deciso di chiamarla e l’ho chiamata. Quando lui ha capito che Giulia stava venendo sotto l’hotel a parlare è uscito prima dal lavoro: noi gli avevamo anche proposto di partecipare al nostro incontro”.

Ha anche raccontato che “dalle 20:30 di quel 27 maggio”, nel giorno dell’omicidio avvenuto verso le 18, “non era più Giulia a rispondermi in quei messaggi, erano messaggi freddissimi“. Il barman avrebbe iniziato a rispondere al posto di Giulia col telefono della fidanzata.

Quella sera, poi, lui “mi ha risposto alla terza chiamata” e le ha raccontato che Giulia non era in casa ma “da un’amica“. L’ennesima bugia.

“Giulia dopo l’incontro di quel pomeriggio – ha aggiunto la 23enne – mi disse che gli avrebbe parlato, mentre parlavamo io e lei mi ricordo che lei mi raccontava di Impagnatiello, che lui voleva avere il potere in casa, che quello che diceva lui si doveva fare, lei non era felice, aveva passato mesi da infelice”.

L’aborto dell’amante

La 23enne ha poi aggiunto che “ho deciso io di abortire, perché non stavo bene, e io per questo, comunque, ci soffro ancora”.

La perizia psichiatrica

Fuori dall’aula l’avvocata Samanta Barbaglia, dei legali di Alessandro Impagnatiello, ha ribadito che la difesa sta valutando di chiedere alla Corte “una perizia psichiatrica” e che il 30enne è “molto provato” e ha delle restrizioni particolari in carcere per il suo stato psicologico.

Alessandro Impagnatiello piange in aula

Tra i video mostrati in aula, anche un breve filmato del baby shower dedicato al piccolo Thiago, il figlio che Giulia Tramontano aveva in grembo, risalente al 17 marzo 2023, due mesi prima dell’omicidio: per la prima volta nel corso dell’udienza Impagnatiello ha alzato lo sguardo, piangendo e singhiozzando.

La testimonianza della madre di Giulia Tramontano e la vasca sporca

In aula ha testimoniato anche Loredana Femiano, madre di Giulia:

Quando è venuto a trovarci a casa per conoscere la famiglia, disse: ‘Io voglio da Giulia un figlio entro il 2022 al massimo‘. Noi ci facemmo anche una risata, perché dicevamo ‘fate già programmi di questo tipo?“.

Poi torna sulla comunicazione della gravidanza da parte della figlia: “Giulia in lacrime mi dice ‘ho parlato con lui, ma il bambino non lo vuole‘”, per poi cambiare idea più volte nei giorni successivi.

“In quel periodo mi arriva una telefonata ed era lui. Gli dico: ‘Hai finito con questa altalena? Prendi una decisione, così Giulia prende la sua‘. Lui dice: ‘Mi devi perdonare, sono mortificato, ho paura. Avevo altri progetti, volevo fare altre cose'”.

Infine, la scelta di tenere il bambino: “Nei giorni che seguirono, lei mi disse che lui le aveva detto ‘dobbiamo scegliere la stanzetta nuova‘”.

Dopodiché il dettaglio della vasca: “Mi colpì quella vasca così sporca“. Parole importanti per l’accusa, visto che secondo i pm di Milano Impagnatiello avrebbe tentato proprio lì di dare fuoco al cadavere della fidanzata.

Loredana Femiano ha poi aggiunto che la figlia “si lamentava sempre del bruciore di stomaco“: secondo l’accusa il suo fidanzato, per mesi, avrebbe tentato di avvelenarla con del veleno per topi a sua insaputa. Quando il 28 maggio la ragazza è stata data per scomparsa, “lui non stava certo come me, io ero disperata. In lui non ho visto nessuna disperazione“.

Non ho più una vita, non sono più mamma. Volevamo un nipotino, ora non viviamo più”, ha aggiunto.

La madre di Impagnatiello e il dettaglio del sangue

Infine il dettaglio sul sangue sulle scale riferito da Sabrina Paulis, madre di Alessandro Impagnatiello: “Ho visto delle goccioline e lui mi ha detto ‘magari sarà di un insetto‘”.

Dalle indagini dei carabinieri e della Procura è stato ricostruito che l’uomo avrebbe trascinato il cadavere di Giulia sulle scale della palazzina per portarlo nella zona cantina e dei box.

giulia-tramontano-alessandro-impagnatiello-amante Fonte foto: ANSA
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