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Giovanni Toti e il patteggiamento dopo il caso corruzione: "Vi spiego il perché, l'ha fatto anche la Procura"

Giovanni Toti torna a parlare dell'inchiesta corruzione in Liguria e spiega il motivo del patteggiamento

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Giovanni Toti torna a parlare dopo il caso corruzione in Liguria che lo ha travolto e ha portato alle sue dimissioni da presidente della Regione. E spiega il motivo che lo ha indotto al patteggiamento con la procura di Genova per i reati di corruzione impropria e finanziamento illecito.

Giovanni Toti spiega il perché del patteggiamento

“Ho patteggiato perché ritengo di aver avuto più giustizia da quel patteggiamento di quanta non ne avrei avuta in un’aula di tribunale, in un processo diviso in due-tre tronconi che sarebbe durato un quindicennio, e davvero 15 anni non si possono sostenere”, ha detto Giovanni Toti intervenendo al talk di Rete 4 Diritto e Rovescio condotto da Paolo Del Debbio.

“Se uno patteggia – ha aggiunto – patteggia anche la Procura che alla fine ammette che Toti non ha preso un euro per suoi interessi personali, che gli atti prodotti dalle amministrazioni erano legittimi e tutto il castello di accuse è smontato”.

Il finanziamento ai partiti

Nel corso del dialogo con Toti si è affrontato anche il tema del finanziamento ai partiti, che si intreccia con l’inchiesta per corruzione che ha terremotato il governo ligure.

“In Italia abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti, ed io sono anche d’accordo perché gravava sulle tasche delle persone”, ha detto Giovanni Toti.

“Dopodiché si è detto che i partiti si sarebbero finanziati con i privati – ha aggiunto -, ma se frequenti i privati, loro ti finanziano e rischi di essere arrestato, allora a far politica sarà solamente chi se lo può permettere di tasca sua”.

Il rapporto con Aldo Spinelli

L’ex governatore ligure poi rivendica i rapporti con Aldo Spinelli, l’imprenditore al centro dell’inchiesta della procura genovese.

Andrei sullo yacht di Spinelli e lo continuo a rivendicare – ha detto – molti altri ci sono andati con il buio delle tenebre sullo stesso identico yacht perché quel signore fa impresa a Genova e dà da lavorare a molte migliaia di persone da alcuni decenni, prima che arrivasse Toti.

Se l’essere andato sullo yacht di Spinelli è un’accusa, continua Toti, allora “mi accuso anche di essere stato a trovare MSC a Ginevra, di aver incontrato il capo del fondo sovrano di Singapore, tutte persone per cui lavorano alcune decine di migliaia di miei concittadini”.

Salvini e il processo Open Arms

Toti ha parlato anche della vicenda giudiziaria che vede coinvolto un altro esponente del centrodestra, il processo Open Arms a carico di Matteo Salvini.

“La politica ha lasciato spazio alla magistratura di occuparsi di queste cose nel modo in cui lo sta facendo”, ha detto.

Secondo Toti “prima che prendersela col tribunale di Palermo” il Parlamento “dovrebbe prendersela con se stesso, tornare domattina in Parlamento e dire che un ministro della Repubblica lo processa un tribunale politico, un tribunale dei ministri o gli italiani che lo hanno mandato a governare e lo accompagnano fuori la prossima volta”.

Inchiesta corruzione in Liguria, gli accordi con la procura

La vicenda giudiziaria che vede coinvolto Giovanni Toti non è ancora conclusa. L’ex governatore ha trovato l’accordo con la procura per il patteggiamento, ma il tutto deve poi passare dal giudice.

Giovanni Toti ha concordato una condanna a 2 anni e 1 mese di reclusione, da convertirsi in 1.500 ore di lavori di pubblica utilità, per corruzione nell’esercizio della propria funzione e finanziamento illecito.

Anche gli altri due principali indagati nell’inchiesta hanno scelto il patteggiamento: Aldo Spinelli a una pena di 3 anni e 2 mesi e l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini a una condanna a 3 anni e 5 mesi.

L’udienza per il patteggiamento dei tre è fissata per lunedì 23 settembre, ma il patteggiamento vero e proprio potrebbe arrivare la settimana seguente.

Fonte foto: ANSA

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