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Giovanna Mezzogiorno e il bodyshaming sul set: "Sono stata molto criticata quando ho preso molto peso"

Giovanna Mezzogiorno ha raccontato di quanto sia stata criticata quando ha preso molto peso: di questo argomento parla il suo cortometraggio Unfitting

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Giovanna Mezzogiorno ha diretto il cortometraggio ‘Unfitting‘, che parla di un’attrice (interpretata da Carolina Crescentini) a cui in ogni momento sul set o in televisione, viene continuamente ricordato che la sua figura è “inadeguata”, dopo due gravidanze e alle soglie dei 50 anni. In un’intervista, Giovanna Mezzogiorno ha spiegato che l’argomento l’ha riguardata in prima persona.

Come è nata l’idea del corto Unfitting

Il corto ‘Unfitting’ è un’idea della direttrice di ‘Grazia’ Silvia Grilli, che ha spiegato che tutto è nato dopo aver scoperto che, digitando il nome “Giovanna Mezzogiorno” sul web, la prima domanda che saltava fuori era “quanto pesa“. Così, anziché un’intervista, è stata deciso di realizzare un cortometraggio di 9 minuti, scritto e diretto da Giovanna Mezzogiorno, prodotto da One More Pictures in collaborazione con Grazia e Bulgari. Sarà presentato alla Festa di Roma.

A ‘La Repubblica’, Silvia Grilli ha spiegato: “Quella verso Giovanna è stata una forma di violenza, perché il suo fisico è cambiato, non era più la bella ragazza di ‘L’ultimo bacio’. Le attrici sono lavoratrici sottoposte, come tutte noi, al controllo del corpo”.

Giovanna Mezzogiorno, ai David di Donatello 68.

Il commento di Giovanna Mezzogiorno

Giovanna Mezzogiorno ha raccontato a ‘La Repubblica’: “Sono stata molto criticata – non apertamente, non te lo dicono in faccia – quando avevo preso molto peso e non corrispondevo più all’immagine che le persone avevano di me. Non è un corto in cui ci si piange addosso, c’è grande ironia, bisogna saper ridere di cose che ci hanno fatto soffrire in passato”.

Poi ha aggiunto: “Non mi ero resa conto di quanta falsità ci fosse attorno a me, registe che inneggiano di essere dalla parte delle donne e non lo sono affatto. In tanti hanno addirittura chiuso i rapporti. Poi sono entrate in campo le leggende, che ero malata… E tanti altri mi hanno scansata. Non importa, meglio. Alla fine è una presa di coscienza del fatto che le persone ti stimano e ti vogliono finché corrispondi alla loro idea e al loro canone. Non è che rendersene conto sia il massimo. Pian piano realizzi che è così. Non sono tutti così, molti mi vogliono bene, ma nel film racconto una cosa oggettiva”.

Come è stato dirigere Unfitting

A proposito del film, Giovanna Mezzogiorno ha spiegato: “All’inizio ero sorpresa della proposta, ma ho scoperto, inaspettatamente, di saperlo fare. La lavorazione è stata fluida, piena di empatia e armonia”.

Fonte foto: ANSA

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