Giorno della Memoria per ricordare la Shoah, cos'è successo il 27 gennaio 1945 ad Auschwitz
Dal 2005, il 27 gennaio si celebra il "Giorno della Memoria" per ricordare le vittime della Shoah: chi ha scelto proprio questo giorno e perché
Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, una ricorrenza istituita per commemorare le vittime della Shoah, a 80 anni esatti dalla data scelta dall’Onu per ricordare le persecuzioni, le deportazioni e lo sterminio sistematico degli ebrei attuato dalla Germania nazista tra gli anni ’30 e ’40 del Novecento. Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa liberava Auschwitz.
- Perché il Giorno della Memoria è il 27 gennaio: cos'è successo 80 anni fa ad Auschwitz
- Le iniziative del 2025 sulla Rai
- Il pessimismo di Liliana Segre
Perché il Giorno della Memoria è il 27 gennaio: cos’è successo 80 anni fa ad Auschwitz
La data è stata ufficializzata dall’Onu nel 2005 in memoria del 27 gennaio 1945, giorno in cui l’Armata Rossa raggiunse Auschwitz, scoprendo il campo di concentramento che è diventato il simbolo dello sterminio nazista.
Proprio lì, infatti, furono uccisi milioni di persone, tra cui 5-6 milioni di ebrei, oltre a omosessuali e altri gruppi considerati indesiderabili dal regime.
Fonte foto: ANSA
Il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche liberarono i prigionieri sopravvissuti: furono i primi testimoni diretti degli orrori dei campi.
Sono passati esattamente 80 anni.
In Italia, per, il Giorno della Memoria è stato istituito ufficialmente nel 2000 con la legge n. 211 del 20 luglio.
Le iniziative del 2025 sulla Rai
Come ogni anno, sono moltissime le iniziative previste per il Giorno della Memoria.
La Rai, per esempio, lo celebra con un fitto palinsesto che vede coinvolte reti, testate tv e radio, e piattaforme web. Tra gli appuntamenti principali:
- Rai 1, ore 20:30: Bruno Vespa, a Cinque minuti, ospiterà una sopravvissuta ai campi di concentramento;
- Rai Storia, dal mattino: storie di vittime, testimoni e sopravvissuti;
- RaiPlay, nella sezione Tech: inchieste sulla Shoah realizzate da grandi firme del giornalismo, da Enzo Biagi a Sergio Zavoli.
Il pessimismo di Liliana Segre
Alla vigilia del Giorno della Memoria, quindi domenica 26 gennaio, Liliana Segre è stata ospite di Fabio Fazio sul Nove, a Che tempo che fa.
Ecco le sue parole:
“Sono molto pessimista sulla memoria. Il pessimismo aumenta in un tempo come oggi quando nessuno studia storia e geografia, quando nessuno si toglie da quel telefonino per pensare, senza cultura, senza morale e senza pensare a se stessi come un ente eccezionale che è ognuno di noi non si può che esser pessimisti. Quando saremo morti noi sopravvissuti, i nostri diretti eredi, i bravi insegnanti ricorderanno, poi una riga in un libro di storia e poi neanche quella (…). Io sono da 6 anni sotto scorta, una vecchia donna come me viene messa sotto scorta, dal 2018, perché già allora avevo minacce, odiatori. Ma chi sono questi personaggi? (…). L’antisemitismo c’è sempre stato, l’ho incontrato da bambina, non era manifesto come adesso ma c’è sempre stato. Vedi dal punto di vista razzista, vedi dal punto di vista religioso, personale, ci sono tanti motivi. Devo dire la verità, io non ho paura perché sono diventata vecchia. Avevo molta paura quando ero bambina. Poi man mano che le cose mi sono capitate, c’è stata una ragione importantissima, etica, morale che era l’amore grande che io avevo ricevuto da bambina. E quando uno è stato amato nella vita ha uno scudo davanti a sé, che non è visibile, ma che ti protegge per tutta la vita. Io, ancora oggi che ho 94 anni, nel ricordo di mio padre, dei miei nonni, ho una specie di scudo, di corazza che è fatta di amore e che ha vinto sull’odio”.
