Giornata mondiale sulla sclerosi multipla, in Sardegna il doppio dei casi della media nazionale: l'intervista
Il 30 maggio è la giornata mondiale sulla sclerosi multipla: i dati italiani con la situazione in Sardegna nell'intervista alla neurologa Angela Genchi
Il 30 maggio è la Giornata mondiale della sclerosi multipla, che in Italia colpisce 215 persone ogni 100 mila abitanti. L’eccezione è rappresentata dalla Sardegna, dove la media è superiore e arriva a 400 casi, secondo i dati dell’Inps. L’intervista concessa a Virgilio Notizie da Angela Genchi, neurologa nell’unità dell’Ospedale San Raffaele diretta dal professore Massimo Filippi.
Cos’è la sclerosi multipla
Come ricordato dall’Inps, la sclerosi multipla è una malattia che esordisce in genere tra i 20 e 30 anni, ma può presentarsi tardivamente e intervenire anche nel paziente di età superiore ai 65 anni.
Secondo Atlante of Ms, pubblicato dalla Federazione internazionale sclerosi multipla (Msif) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è più frequente tra le donne.
Tanto che, spiega l’Istituto superiore di sanità (Iss), su scala globale si ammalano più del doppio degli uomini.
L’intervista ad Angela Genchi
I dati di forniti dall’Inps sulla sclerosi multipla in Italia corrispondono alla realtà?
“Sì, si tratta di una malattia con una distribuzione geografica molto peculiare, presenta infatti un gradiente latitudinale con una maggiore incidenza nelle zone più distanti dall’equatore. Sono quasi 3 milioni le persone con sclerosi multipla in tutto il mondo, con una maggiore prevalenza in Nord America ed Europa. In Italia, dove registriamo circa 130 mila casi, la Sardegna rappresenta un’eccezione, con numero di casi doppio rispetto alla media nazionale”.
Perché c’è una maggiore incidenza in Sardegna?
“Questa distribuzione geografica è in parte ascrivibile a fattori ambientali, che tuttavia non spiegherebbero la differente incidenza rispetto ad altre aree del Mediterraneo, ma soprattutto a fattori genetici che predispongono allo sviluppo della malattia. Da questo punto di vista, la Sardegna rappresenta una zona di estremo interesse per poter condurre studi che consentano di conoscere meglio le cause di questa malattia, a oggi non del tutto chiare”.
Ci sono differenze di genere? Alcuni dati indicano che la Sclerosi multipla colpisce maggiormente le donne: perché?
“Così come molte malattie autoimmuni, la sclerosi multipla colpisce in misura maggiore le donne, con un rapporto di circa 3 ad 1 rispetto agli uomini. Anche in questo caso non siamo in grado di spiegare in modo univoco le cause di tale differenza, tuttavia potrebbe essere dovuta all’effetto modulante degli ormoni sessuali sul sistema immunitario. Infatti il rapporto fra uomini e donne tende a uniformarsi quando valutiamo le forme di sclerosi multipla a esordio pediatrico o tardivo”.
Come si diagnostica, quali sono i sintomi di esordio?
“La sclerosi multipla può causare manifestazioni cliniche molto varie. Può esordire con disturbi della vista, dell’equilibrio, di forza o sensibilità. Tali disturbi possono esordire in modo improvviso o presentarsi in modo lento e progressivo nel tempo. Per giungere alla diagnosi è necessario combinare le informazioni ottenute dalla storia e dalla clinica della persona con disturbi, dai dati radiologici e liquorali. Nel tempo abbiamo assistito a una evoluzione dei criteri diagnostici tale da consentire una diagnosi, e quindi una terapia, sempre più precoce”.
Oggi qual è il decorso e quali sono le terapie disponibili?
“Esistono forme recidivanti remittenti, le più comuni, e altre che sono progressive della malattia. Le prime sono caratterizzate da episodi acuti (ricadute) alternati a periodi di benessere. Le forme progressive (primarie o secondarie a una forma recidivante remittente) sono invece caratterizzare da un lento, ma continuo, peggioramento dei disturbi. A oggi abbiamo tantissime terapie disponibili e altamente efficaci per le forme recidivanti remittenti. Al contrario, sono poche e non soddisfacenti le terapie a disposizione per le persone con forme progressive di malattia”.
Cosa può fare la ricerca, a cosa si sta puntando per ampliare le conoscenze sulla malattia?
“La ricerca punta a colmare questo bisogno non soddisfatto: comprendere meglio le cause della malattia e i meccanismi di neurodegenerazione al fine di trovare una cura, soprattutto per le persone con forme progressive di patologia”.