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Giornata mondiale della pizza, per Lollobrigida è un simbolo dell'Italia. Grandi: "Prima era una schifezza"

Nella Giornata mondiale della pizza non manca la celebrazione del ministro Lollobrigida, anche se per lo storico Grandi il successo è anche merito degli Usa

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Venerdì 17 gennaio è il World Pizza Day, ossia la Giornata mondiale della pizza. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sui social ha voluto celebrare “uno dei simboli più autentici della nostra cultura”. In realtà, il prodotto come lo conosciamo oggi passa da una revisione a stelle strisce, come sostiene Alberto Grandi, professore dell’Università di Parma, nel suo libro La cucina italiana non esiste e nel suo podcast DOI – Di origine inventata.

Il post di Lollobrigida sulla pizza

Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha voluto celebrare sui social la protagonista del World Pizza Day.

Questo le sue parole: “Oggi celebriamo uno dei simboli più autentici della nostra cultura: la pizza! Prodotto della tradizione italiana, è frutto del lavoro sapiente dei pizzaioli, veri maestri che tramandano un’arte riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. La pizza non è solo un piatto, è un messaggio di condivisione e gioia che unisce le persone in Italia e nel mondo. Un grazie a tutti i pizzaioli e agli operatori del settore agroalimentare che ogni giorno portano in alto il nome dell’Italia”.

Cosa c’entra l’UNESCO con la pizza

Lollobrigida si riferisce all’UNESCO e ha ragione, perché “l’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano – si legge sul sito della Commissione italiana per l’UNESCO – è stata riconosciuta come parte del patrimonio culturale dell’umanità, trasmesso di generazione in generazione e continuamente ricreato, in grado di fornire alla comunità un senso di identità e continuità e di promuovere il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana, secondo i criteri previsti dalla Convenzione Unesco del 2003. Si tratta di una pratica culinaria che comprende varie fasi, tra le quali la preparazione dell’impasto, un movimento rotatorio fatto dal pizzaiolo e la cottura nel forno a legna.

Ma la pizza è veramente italiana?

Una cosa è affermare che i pizzaioli napoletani abbiano una maniera tutta loro di creare una pizza, un’altra è sostenere che la pizza stessa sia un prodotto italiano.

Tra chi ne ha messo in discussione l’italianità, attirandosi parecchie critiche, è Alberto Grandi, docente dell’Università di Parma che si occupa di storia della gastronomia in libri e podcast.

Nel suo La cucina italiana non esiste, ma anche in diverse interviste e puntate, Grandi ha sottolineato come “sia tutto da dimostrare” il fatto che la pizza sia “così italiana”.

Il professore ha riconosciuto che si tratta di “un piatto che a Napoli ha una storia lunga”, ma ha aggiunto che “qualcosa di simile si trova in molte altre aree del Mediterraneo: la pida in Turchia, la pita in Grecia, la pissaladière nel sud della Francia, la piada in Romagna, quella cosa lì, un disco di pasta con qualcosa sopra, è abbastanza diffusa in tutta l’area mediterranea”.

E ancora, sulla pizza vera e propria: “Rutto il resto dell’Italia, a parte Napoli, l’ha scoperta nel secondo Dopoguerra, prima non la conoscevano”.

Il ruolo degli americani

Fondamentale è stato, secondo Alberto Grandi, il ruolo degli americani nel decretare il successo della pizza.

In un’intervista a Mowmag ha dichiarato:

“La storia della pizza è ormai consolidata: è noto che all’inizio fosse una schifezza. Gli italiani vanno in America e la arricchiscono, la standardizzano, la rendono un prodotto di grande qualità. Poi torna a Napoli e diventa il simbolodella città. Ma prima di quel viaggio in America era una cosa della quale gli stessi napoletani si vergognavano. Io non capisco che danno sto facendo a raccontare la storia: perché ti devi arrabbiare se io ti dico che in 60 anni hai trasformato un prodotto della povertà in un prodotto della ricchezza? Invece no, si deve dire che la pizza è sempre stata così, che noi siamo sempre stati migliori. Come dico sempre, anche un po’ in maniera provocatoria, se uno mangiava pizza e maccheroni a casa e stava bene, non andava in America a fare lo schiavo“.

Qui, invece, la puntata del suo podcast dedicata alla pizza:

giornata-mondiale-della-pizza Fonte foto: Facebook Francesco Lollobrigida / IPA
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