Giorgia Meloni sul "regima fascista" e la Shoah nel Giorno della Memoria: la frase sulle leggi razziali
La frase di Giorgia Meloni sulle responsabilità del "regime fascista" nell'"orrore della Shoah" in occasione del Giorno della Memoria
Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa ha liberato Auschwitz e, dal 2005, dopo la decisione dell’Onu, quella data rappresenta il Giorno della Memoria. La premier Giorgia Meloni, in occasione della ricorrenza, ha puntato il dito contro il regima nazista parlando dell’orrore della Shoah, realizzato con la “complicità di quello fascista” attraverso “l’infamia delle leggi razziali“.
- La frase di Meloni sulle responsabilità del regime fascista
- Meloni lancia la nuova Strategia nazionale per la lotta all'antisemitismo
- Le leggi razziali imposte da Benito Mussolini durante il Fascismo
La frase di Meloni sulle responsabilità del regime fascista
Giorgia Meloni ha rilasciato un comunicato in occasione del Giorno della Memoria, pubblicato sul sito governativo.
L’incipit è dedicato agli 80 anni trascorsi dalla liberazione di Auschwitz, il campo di concentramento simbolo della seconda guerra mondiale:
“Ottant’anni fa l’orrore della Shoah si è mostrato al mondo in tutta la sua terrificante forza. Il 27 gennaio 1945 i cancelli di Auschwitz sono stati abbattuti, e insieme a essi è crollato anche quel muro che impediva di vedere chiaramente l’abominio del piano nazista di persecuzione e di sterminio del popolo ebraico. Uomini, donne, bambini e anziani strappati dalle loro case, costretti a lasciare tutto, portati nei campi di sterminio e uccisi solo perché di religione ebraica. Un piano la cui premeditata ferocia fa della Shoah una tragedia che non ha paragoni nella storia”.
Fonte foto: IPA
Meloni punta il dito anche contro Benito Mussolini:
“Un piano, quello condotto dal regime hitleriano, che in Italia trovò anche la complicità di quello fascista, attraverso l’infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni. Un abisso a cui si contrappose il coraggio di tanti Giusti, che non esitarono a disobbedire e a rischiare la propria stessa vita per salvare quella di migliaia di innocenti”.
Meloni lancia la nuova Strategia nazionale per la lotta all’antisemitismo
La presidente del Consiglio ha affermato che “l’antisemitismo non è stato sconfitto con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz” e che “è una piaga“sopravvissuta alla Shoah, assumendo “declinazioni diverse” e propagandosi “attraverso strumenti e canali nuovi. Combattere l’antisemitismo, in tutte le forme in cui si manifesta, antiche e moderne, è una priorità di questo Governo“.
Per l’occasione, Giorgia Meloni ha annunciato l’elaborazione della nuova Strategia nazionale per la lotta all’antisemitismo, “documento articolato e di scenario che fissa obiettivi e azioni concrete per contrastare un fenomeno abietto che non ha diritto di cittadinanza nelle nostre società”.
Di fatto, l’Esecutivo ha accolto l’intero documento IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance), che ha dato una sua definizione di antisemitismo.
Le leggi razziali imposte da Benito Mussolini durante il Fascismo
Le leggi razziali sono state annunciate da Benito Mussolini il 18 settembre 1938 durante un discorso a Trieste.
Sono state abrogate nel 1944 nell’Italia liberata (nella Repubblica sociale italiana, invece, sono rimaste fino all’aprile 1945).
Ecco alcune delle leggi contro gli ebrei:
- spoliazione dei beni mobili e immobili di quelli residenti in Italia;
- divieto di matrimonio con italiani;
- divieto di avere domestici di razza ariana;
- divieto di lavorare per pubbliche amministrazioni, società private di carattere pubblicistico (come banche e assicurazioni);
- divieto – per gli ebrei stranieri – di trasferirsi in Italia e revoca della cittadinanza italiana concessa a ebrei stranieri dopo l’1 gennaio 1919,
- divieto di svolgere la professione di notaio e di giornalista, forti limitazioni per tutte le cosiddette professioni intellettuali;
- divieto di iscrizione dei ragazzi ebrei – che non fossero convertiti al cattolicesimo e che non vivessero in zone in cui i ragazzi ebrei erano troppo pochi per istituire scuole ebraiche – nelle scuole pubbliche;
- divieto per le scuole di assumere come libri di testo opere alla cui redazione avesse partecipato in qualche modo un ebreo
- creazione di scuole – a cura delle comunità ebraiche – specifiche per ragazzi ebrei: gli insegnanti ebrei avrebbero potuto lavorare solo in quelle scuole;
- divieto di svolgere il servizio militare;
- divieto di esercitare il ruolo di tutore di minori;
- divieto di essere titolari di aziende dichiarate di interesse per la difesa nazionale;
- divieto di essere proprietari di terreni o di fabbricati urbani al di sopra di un certo valore;
- disposta l’annotazione dello stato di razza ebraica nei registri dello stato civile.
