Giorgia Meloni nel mirino dei neonazisti, 12 arresti in tutta Italia: preparavano attentati contro la premier
Scattati 12 arresti contro un gruppo di neonazisti che stava pianificando attentati contro Giorgia Meloni e altre alte cariche delle istituzioni
La Digos e la Procura di Bologna hanno sgominato una cellula di neonazisti che stava preparando “gravi attentati” contro Giorgia Meloni. Gli arresti sono scattati al termine dell’indagine che ha portato le forze dell’ordine a scoprire dei gruppi Telegram in cui venivano reclutati “uomini e donne pronte alla rivoluzione”.
- Arresti nella cellula neonazista
- Gli attentati contro Giorgia Meloni
- Chi sono gli arrestati
- I precedenti del gruppo di neonazisti
Arresti nella cellula neonazista
A finire in manette, secondo quanto riferito dalla Polizia di Stato, sono stati in 12 al termine di 25 perquisizioni in giro per l’Italia. Da Bologna a Bari, passando per Brindisi, Lecco, Milano, Monza Brianza, Modena, Palermo, Pesaro Urbino, Pescara, Pordenone, Ravenna, Roma, Teramo, Trieste, Vercelli e Vicenza, infatti, la cellula era disseminata da Nord a Sud.
Tra gli indagati, in totale 25, persone dai 19 ai 76 anni accusati a vario titolo di aver promosso e organizzato, oltre ad averne preso parte, l’associazione “Werwolf Division” poi chiamata “Divisione nuova alba”.
La premier Giorgia Meloni
Il gruppo, si legge nella nota diramata dall’arma, seguiva ideali suprematisti e neonazisti sulla negazione e sull’apologia della Shoah. L’associazione, nello specifico, mirava al sovvertimento dell’attuale ordinamento per l’instaurazione di uno Stato etico ed autoritario incentrato sulla “razza ariana”, anche con il progetto di azioni violente nei confronti di alte cariche delle Istituzioni.
Gli attentati contro Giorgia Meloni
Nei gruppi, si apprende, i neonazisti parlavano di un attentato alla premier Giorgia Meloni e a un economista del World Economic Forum, ma anche di altri progetti di azioni violente nei confronti di alte cariche delle istituzioni.
Le indagini hanno subito l’accelerata decisiva dopo che nel 2022, in Emilia, era apparto un volantino allarmante.
La Digos, infatti, aveva letto un manifesto con un uomo armato con a fianco il simbolo nazista del sole nero e una lunga citazione dell’estremista di destra francese Dominique Venner che incita a distruggere il “regime liberale”.
“Nulla sarà compiuto finché i germi del regime [liberale] non saranno sradicati fino all’ultima radice. Per questo bisogna distruggere la sua organizzazione politica, abbattere i suoi idoli e i suoi dogmi, eliminare i suoi padroni noti e quelli occulti, mostrare al popolo come è stato tradito, sfruttato e insozzato. Infine, ricostruire…” si leggeva nel volantino.
Chi sono gli arrestati
A finire in manette, secondo quanto si apprende da La Repubblica, sono stati Daniele e Federico Trevisani (37 e 33 anni, di San Benedetto in Val di Sambro) col primo che insieme ad Andrea Ziosi (37 anni, di Bologna) sarebbe considerato capo e promotore dell’organizzazione.
Arrestato anche l’ex concorrente di “Avanti un altro” e de “La Corrida” Salvatore Nicotra (45 anni, di Granarolo) e il tenore pugliese Giuseppe “Joe” Fallisi (75 anni, di Ostuni), oltre che Luca Porta (50 anni di Rho), Simone Sperotto (19 anni, di Thiene), Valerio Tellenio (22 anni, di Fano), Pierluigi Cilano (26 anni, di Palermo), Alessandro Giuliano (51 anni, di Galliera), Diego Cavallucci (44 anni, di Pescara) e Davide Armenise (36 anni, di Bari).
I precedenti del gruppo di neonazisti
Il gruppo “Werwolf Division”, a dire il vero, non è nuovo alle forze dell’ordine. L’associazione, infatti, era già finita nel mirino di un’inchiesta della Procura di Napoli nel maggio 2023 con otto indagati.
In quell’occasione era emersa una rete Telegram gestita da Bologna che sarebbe servita per organizzare “atti eversivi violenti”, inneggiando alla Shoah.