Gioele, il volontario che lo ha trovato: chi è e come ha fatto
Parla l'ex carabiniere in pensione che ha trovato i resti di Gioele: chi è e come ha fatto. La sua strategia
Giuseppe Di Bello è il volontario che è riuscito dove altri hanno fallito: in sole 5 ore ha ritrovato quelli che sembrano essere i resti del piccolo Gioele, il bambino di 4 anni scomparso 17 giorni fa insieme alla madre Viviana Parisi. Ex carabiniere in congedo, ieri mattina aveva raccolto l’appello di Daniele Mondello e si era unito a centinaia di volontari che hanno perlustrato la zona attorno all’autostrada Messina-Palermo.
Gioele: chi è Giuseppe Di Bello, il volontario che lo ha trovato
Ex carabiniere di Capo d’Orlando in pensione, 55 anni, Di Bello era molto motivato. Un volontario che era insieme a lui ha raccontato all’Ansa: “Aveva in mano una falce con cui si è fatto largo in mezzo ai rovi e a una fitta vegetazione fino a trovare i resti”.
Una volta trovati i resti del piccolo Gioele, l’uomo ha chiamato i vigili del fuoco che a loro volta hanno girato la segnalazione al procuratore di Patti Angelo Cavallo, che coordina l’inchiesta.
Davanti all’orrore del ritrovamento si è commosso. Poi ha spiegato così il successo nelle ricerche durare solo 5 ore a fronte dei 16 giorni senza risultati: “L’ho trovato dove gli altri non avevano cercato“.
“L’ho sentito fin da stamattina – ha detto -. È stata come un’indicazione del Signore. Così sono andato in un punto dove altri non erano arrivati”.
Gioele, il ritrovamento: come ha fatto Giuseppe Di Bello
Il viaggio dell’ex carabiniere è iniziato alle 5 di mattina quando insieme a un suo amico ha percorso 40 km di autostrada per recarsi alla stazione di servizio che per 16 giorni è stato il punto di coordinamento delle ricerche.
Insieme a lui, altri 100 volontari circa che hanno deciso di dare una mano agli uomini che dal 3 agosto perlustravano un’area di 500 ettari.
Di Bello conosceva bene quei posti poiché spesso va a raccogliere i funghi e la sua strategia vincente è stata quella di usare il falcetto che si era portato dietro.
Con il suo strumento, infatti, ha cominciato ad aprire spazi tra gli arbusti fino a scoprire i frammenti di piccole ossa umane e pezzi di indumenti da bambino.
Al momento del ritrovamento ha gridato: “L’ho trovato, l’ho trovato“. Davanti a lui un quadro terrificante: sono stati probabilmente gli animali a fare scempio del corpicino di Gioele, a 200 metri circa dall’autostrada dove la mattina del 3 agosto il giallo era cominciato.
In seguito al ritrovamento è nata anche una polemica: il padre di Gioele, Daniele Mondello, si è lasciato andare a un duro sfogo: “Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti – ha scritto su Facebook – mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche“.