Gino Panaiia trovato morto, cosa non torna nella vicenda: i dubbi della sorella e della fidanzata
Continuano i dubbi sulla scomparsa e la morte di Gino Panaiia, rinvenuto cadavere nel Naviglio dopo 6 giorni di ricerche: cosa dice la famiglia
Ritrovato il corpo di Gino Panaiia, scomparso la notte di Halloween a Zibido San Giacomo (Milano) e rinvenuto cadavere tra il Milanese e il Pavese, nel Naviglio, i dubbi si alimentano. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire tutte le tappe della vicenda, dall’uscita dal bistrot di Zibido al tragico epilogo nelle acque poco distanti dalla Cascina Casiglio. A dubitare fortemente delle testimonianze finora riportate sono la famiglia e la fidanzata, specialmente sulle circostanze che hanno preceduto il suo allontanamento in scooter.
- I dubbi sulla morte di Gino Panaiia
- La scomparsa nella notte di Halloween
- Il ritrovamento del cadavere
I dubbi sulla morte di Gino Panaiia
La vicenda è stata oggetto di servizio da parte della redazione di Chi l’ha Visto, che da subito si è adoperata per affiancare gli inquirenti e per raccogliere l’appello della famiglia.
A non convincere la sorella di Gino Panaiia e la fidanzata è quanto raccontato dagli amici. Questi ultimi, infatti, hanno riferito che il 25enne era uscito dal bistrot di Zibido San Giacomo in stato di forte alterazione dovuta al consumo di alcol e che si sarebbero offerti di riaccompagnarlo a casa. Panaiia, infatti, non sarebbe stato nelle giuste condizioni di poter condurre il suo mezzo in autonomia.
Il corpo di Gino Panaiia è stato ritrovato giovedì 7 settembre nelle acque del Naviglio tra Milano e Pavia: era scomparso dalla notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre
Ancora, all’esterno del locale il 25enne avrebbe avuto un diverbio con la fidanzata. Poco dopo sarebbe nata un’accesa discussione con un ragazzo – forse uno sconosciuto – seguita poi dall’allontanamento di Gino Panaiia sulla sua due ruote.
“Non ci convince il racconto di nessuno“, ha detto la sorella del 25enne all’inviato di Chi l’ha Visto, e a favore di telecamera si è domandata: “Non capisco perché nessuno l’abbia fermato”. Per il momento gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi, dal gesto volontario all’incidente.
La scomparsa nella notte di Halloween
Gino Panaiia si era trasferito dal quartiere Barona di Milano a Zibido San Giacomo, in provincia, insieme alla fidanzata. La sera del 31 ottobre, in occasione della festività di Halloween, aveva partecipato a una serata in un locale di Zibido insieme alla fidanzata e ad alcuni amici.
Nel corso dell’evento il 25enne avrebbe consumato una quantità di alcol tale da renderlo euforico ma anche confuso, probabilmente non idoneo a condurre in autonomia il suo scooter. Dopo aver litigato con la fidanzata e un ragazzo all’esterno del locale, Gino si è allontanato ed è caduto all’altezza di una rotatoria. Rimessosi in piedi, ha continuato a spingere il suo scooter verso la campagna. All’1:33 la fidanzata lo ha contattato per sapere dove si trovasse, e il 25enne avrebbe risposto con frasi confuse: “Sono tra i campi” e alludendo a Vigevano.
Nei giorni successivi i suoi effetti personali sono stati ritrovati nei pressi di Cascina Casigno: il borsello, i documenti, il portafogli, lo scooter, un casco, una scarpa e un giubbotto. Inoltre, all’interno della cascina gli inquirenti hanno rinvenuto un borsone contenente almeno pacchi di eroina, ma la correlazione tra quest’ultimo rinvenimento e la scomparsa del giovane è ancora da accertare.
Il ritrovamento del cadavere
Giovedì 7 novembre, infine, il tragico epilogo: il corpo di Gino Panaiia è stato ritrovato nelle acque del Naviglio Pavese tra Casarile e Rognano. Il cadavere è emerso dalle acque in una zona recentemente battuta dalle squadre di ricerca.
Per il momento non è dato sapere se il corpo presentasse lesioni. “Ho riconosciuto mio fratello da piede e dalla mano”, ha detto il fratello Nicolò a Fanpage.
L’ultimo cosa che mi ha detto è che un giorno avrebbe voluto diventare come me: sia a livello lavorativo che avere una famiglia e una casa. Lui era una bravissima persona e non si meritava questo. A breve avrò un figlio e lo chiamerò Gino.