Gino Cecchettin apre al "perdono" per Filippo Turetta, ma a una condizione: il messaggio del papà di Giulia
Gino Cecchettin parla di un possibile perdono nei confronti di Filippo Turetta, ma pone le sue condizioni: ecco quali
Gino Cecchettin ha espresso la possibilità di un perdono futuro nei confronti di Filippo Turetta. Ma a una condizione: dovrà avvenire nell’ottica di un perdono sincero. Inoltre, il padre di Giulia auspica una riflessione da parte del giovane, che possa servire a supportare altre persone “in quella condizione”. E si esprime con durezza nei confronti dei giudici che, durante il processo a Turetta, hanno deciso di non considerare l’accusa di stalking.
- Gino Cecchettin: spiraglio per un possibile perdono
- Su Filippo Turetta: “Potrebbe aiutare chi è in quella condizione”
- Il commento sull’esclusione dell’aggravante stalking
Gino Cecchettin: spiraglio per un possibile perdono
Nel corso dell’intervista esclusiva rilasciata a Gianni Nuzzi per Quarto Grado, Gino Cecchettin si è aperto alla possibilità di perdonare Filippo Turetta.
Interrogato in merito alla giustizia riparativa, il padre della scomparsa Giulia non ha quindi escluso un confronto con l’assassino che ha tolto la vita alla figlia.
Turetta durante il processo
Un confronto sarà pero possibile solo a patto che avvenga nell’ottica di “un perdono sincero”, che preveda un percorso riabilitativo da parte del giovane.
Cecchettin ha anche chiarito che un eventuale perdono non avverrà nell’immediato: dovrà passare del tempo.
Su Filippo Turetta: “Potrebbe aiutare chi è in quella condizione”
Gino Cecchettin ha inoltre espresso un auspicio che riguarda Filippo Turetta, indipendentemente da un confronto futuro.
Secondo il padre di Giulia, è necessario che Turetta comprenda cosa lo abbia spinto ad agire. “Così potrebbe aiutare chi, come lui, è in quella condizione”: questo l’auspicio di Cecchettin.
Il commento sull’esclusione dell’aggravante stalking
Gino Cecchettin, infine, ha espresso un commento nei confronti dei giudici che, nella sentenza di condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, hanno deciso di escludere l’aggravante dello stalking.
I giuristi hanno deciso di non considerare tale aggravante in quanto mancherebbero gli elementi di permanente ansia o paura eventualmente provati da Giulia. Elementi che, per essere considerati, dovrebbero modificare la vita della vittima.
“Una pressione di presenza, sia sui social che reale, è da considerarsi stalking”, ricorda Cecchettin, che afferma anche di non poter sapere, con esattezza, quali fossero le reali emozioni provate da Giulia.
“Sul fatto che non avesse paura, non lo possiamo dire solo il fatto che sia uscita quel giorno lì” ha concluso.