,,

Gimbe e il passo indietro sul bollettino Covid in Italia: cosa cambia per il monitoraggio di contagi e morti

La Fondazione Gimbe dice stop al monitoraggio settimanale del Covid-19 in Italia: i motivi dietro alle scelta sono legati agli ultimi dati

Pubblicato:

Nuovo passo verso la tanto agognata uscita dalla pandemia da Covid-19 che ha messo in ginocchio il mondo nel corso degli ultimi tre anni: la Fondazione Gimbe ha annunciato lo stop al monitoraggio settimanale del Covid in Italia.

Il Gimbe non farà più bollettini Covid

Esattamente tre anni fa l’Italia e il resto del mondo diventava spiacevolmente familiare con termini come “bollettino” e “monitoraggio”. Parole che sono entrate nella quotidianità e che ci hanno accompagnato almeno fino a settembre 2022, quando il Governo Meloni ha deciso di rendere settimanale l’appuntamento con i dati per il Covid-19.

Oltre al bollettino dell’ISS e del Ministero della Salute, in tutto questo tempo anche la Fondazione Gimbe ha portato avanti il suo sistema di monitoraggio settimanale relativo alla pandemia e alla campagna vaccinale, ma adesso le cose cambieranno.

covid italiaFonte foto: ANSA

I primi bollettini sul Covid in Italia sono iniziato a marzo 2020

Nell’ultimo comunicato, è stato infatti annunciato che “la Fondazione Gimbe dopo 3 anni sospende il report settimanale relativo al monitoraggio indipendente”, Confidando di aver reso un servizio utile, aggiunge il presidente Cartabellotta, “continueremo ad aggiornare i dati della pandemia e della campagna vaccinale sul nostro sito web”.

L’ultimo report sul Covid del Gimbe

Il cambio di strategia è dovuto alla progressiva riduzione della circolazione del Covid-19 da dicembre 2022, ultima significativa ondata che ha colpito l’Italia. Da allora, si è registrato un “impatto sempre minore su ospedalizzazioni e decessi” e “immobilismo della campagna vaccinale sui richiami”, oltre alla “assenza di nuove varianti”.

Motivazioni che emergono anche dagli ultimi dati riportati dalla Fondazione Gimbe, relativi alla settimana 10-16 marzo 2023. Dati stabili dei nuovi casi (23.732 contro i 23.963 di 7 giorni fa), così come i nuovi decessi (212 vs 216) e i ricoveri in terapia intensiva (ancora 104). Calano i ricoverati con sintomi (2.727) e anche il numero di italiani in isolamento domiciliare (139.157).

Sono calati anche i tamponi totali (-5,3%) e soprattutto quelli molecolari (-10,2%) rispetto a quelli rapidi (-3,9%). Il tasso di positività per i primi è salita però dal 4,3% al 4,6%, mentre per gli antigenici rapidi il segno più passa dal 5,1% al 5,4%.

Quando usciremo dalla pandemia per l’OMS

La pandemia incide sempre meno nella vita di tutti i giorni: sono decadute quasi tutte le misure di prevenzioni relative a mascherine e affollamenti ed è per questo che la domanda su quando potremo dirci veramente fuori dall’emergenza sanitaria si fa sempre più pressante.

Nei giorni scorsi, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che entro la fine del 2023 la pandemia non sarà più di interesse internazionale. Non siamo ancora al punto chiave, ma “in una posizione decisamente migliore”.

Restano ancora molti interrogativi che riguardano soprattutto l’origine del virus al mercato di Wuhan. Il direttore generale ha sottolineato che la comunità internazionale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità continuano a chiedere trasparenza nella condivisione dei dati da parte della Cina.

gimbe-bollettino-covid Fonte foto: ANSA
,,,,,,,,