Gianni Vattimo, l'assistente Caminada condannato per aver approfittato del filosofo: le tappe del caso
Condannato Simone Caminada, il tuttofare del filosofo Gianni Vattimo: la sentenza del tribunale
Simone Caminada è stato condannato a due anni di carcere per essersi approfittato di Gianni Vattimo. L’assistente 38enne del filosofo si era fatto nominare suo erede. Il reato contestato era circonvenzione di incapace.
Dunque si è chiuso il processo per l’assistente tuttofare che da dieci anni è al fianco di Vattimo. Il tribunale ha stabilito la responsabilità di Caminada infliggendogli anche una multa da 900 euro.
- Vattimo, l'assistente condannato: "Non cambia nulla nella nostra quotidianità"
- Vattimo sull'assistente: "Non lo mando via anche se lo condannano"
- Le intercettazioni e l'unione civile bloccata dalla procura
Vattimo, l’assistente condannato: “Non cambia nulla nella nostra quotidianità”
“Non cambia nulla nella nostra quotidianità ”. Questo il commento dell’imputato all’uscita dall’aula, come riferito da La Repubblica. Caminada ha fatto poi del sarcasmo, pronunciando battute su Sanremo. “Vattimo non è potuto venire perché a casa si è bloccato l’ascensore” ha aggiunto.
Il filosofo Gianni Vattimo e il suo assistente Simone Caminada
I pm Dionigi Tibone e Giulia Rizzo avevano contestato l’accusa di circonvenzione di incapace chiedendo una condanna a 4 anni di carcere e sostenendo che Caminada avrebbe isolato Vattimo dai suoi affetti per mettere le mani sul suo patrimonio con più autonomia.
Vattimo sull’assistente: “Non lo mando via anche se lo condannano”
L’assistente si era fatto intestare 450 mila euro di polizze assicurative, oltre ad essersi fatto nominare suo erede. Ha anche usato la carta di credito del filosofo, impadronendosi di alcuni beni tra cui un taccuino di Fidel Castro.
“Non lo mando via anche se lo condannano” aveva dichiarato Vattimo che non si era costituito parte civile e non si sentiva vittima.
Per i pm, invece, la condizione di fragilità imputabile all’età avanzata (Vattimo ha 87 anni) e al timore di restare solo avrebbero reso il filosofo manipolabile.
Le intercettazioni e l’unione civile bloccata dalla procura
Sulla sentenza di condanna hanno pesato anche le intercettazioni che avevano captato alcune conversazioni di Caminada che parlava con interesse della sua situazione economica e dell’aspettativa di vita del professore.
La procura aveva quindi congelato i conti del filosofo ed era stato nominato un amministratore di sostegno. In civile, però, la misura era stata revocata in quanto Vattimo era stato considerato capace di gestire da solo i propri beni.
Caminada si è sempre professato innocente. All’inizio del legame instaurato con Vattimo aveva provato a farsi adottare, mentre di recente ha reso noto di volersi unire civilmente con il filosofo. Una richiesta presentata d’urgenza a poche settimane dal verdetto. Tutto è stato bloccato dalla procura.
“Ne parlerò con Gianni e vedremo cosa fare, ma per noi non cambierà nulla”, ha commentato l’assistente quando gli è stato chiesto cosa accadrà tra lui e il filosofo ora che è arrivata la condanna.