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Giacomo Bozzoli arrestato grazie a una soffiata: ora l'ex latitante invoca un super testimone austriaco

La soffiata di una persona cara a Giacomo Bozzoli è risultata decisiva per l'arresto. L'ex latitante ora si appella a un testimone austriaco

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Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo per l’omicidio di suo zio Mario, è stato arrestato grazie a una combinazione di indizi tecnologici e una soffiata alle autorità. L’ex latitante, ora in carcere, sostiene che un testimone austriaco può scagionarlo.

Giacomo Bozzoli arrestato, decisiva una soffiata

L’arresto è avvenuto l’11 luglio nella villa a Soiano del Lago, in provincia di Brescia, dove Bozzoli si nascondeva. Come riporta il Corriere della Sera, l’aria condizionata accesa in casa, rilevata dalle forze dell’ordine, è stata un elemento cruciale che ha insospettito gli investigatori, poiché era in funzione solo quel giorno e non nei precedenti.

La cattura di Bozzoli è stata facilitata da una segnalazione ricevuta alle 5 del mattino, proveniente da una fonte vicina al latitante. Gli inquirenti non hanno rivelato i dettagli della soffiata, ma si tratta di informazioni telematiche che hanno permesso di localizzare Bozzoli.

Giacomo BozzoliFonte foto: ANSA

Giacomo Bozzoli in tribunale: è stato condannato per l’omicidio dello zio Mario

Alle 17, le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella villa, trovando Bozzoli nascosto nel letto-contenitore della sua camera da letto, insieme ai vestiti che indossava a Marbella, dove era stato filmato il 30 giugno.

Il testimone austriaco

Bozzoli ha dichiarato di aver inviato una lettera ai giudici che lo hanno condannato, affermando di essere innocente e citando un testimone austriaco che lo scagionerebbe.

Ha sostenuto che nelle lettere ci sono prove della sua innocenza, ma nessuna delle tre copie inviate al procuratore di Brescia Francesco Prete, al procuratore generale Guido Rispoli e al presidente della Corte d’Assise Roberto Spanò è ancora arrivata a destinazione.

Un altro indizio importante per gli inquirenti è stato un segnale anomalo proveniente da una delle telecamere di sicurezza della villa di Soiano del Lago, che ha indicato la presenza di Bozzoli all’interno.

Inoltre, una telefonata intercettata all’alba ha permesso di localizzare il latitante a Brescia alle 5:30 del mattino, contribuendo ulteriormente alla sua cattura.

Un complice dell’omicidio?

Il caso di Bozzoli è collegato anche a Giuseppe Ghirardini, un operaio che si è suicidato dopo la scomparsa di Mario Bozzoli e che, secondo la sentenza, aveva aiutato Giacomo a bruciare il cadavere nel forno della loro impresa.

A casa di Ghirardini sono stati trovati 4.400 euro in banconote emesse dalla Banca centrale austriaca, interpretate dai giudici come pagamento per la complicità nell’omicidio.

L’arresto di Bozzoli segna una tappa significativa in un caso complesso, che continua a sollevare domande e a richiedere ulteriori chiarimenti.

giacomo-bozzoli-arrestato-soffiata-testimone Fonte foto: ANSA
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