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Geppi Cucciari prende in giro il ministro Giuli alla Festa del Cinema di Roma: il suo discorso è virale

Nella serata di chiusura della Festa del Cinema di Roma, la madrina Geppi Cucciari ha tenuto un discorso prendendo in giro il ministro Giuli

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Durante la serata di chiusura della Festa del Cinema di Roma, la madrina della cerimonia, Geppi Cucciari, ha tenuto un discorso con il quale ha finto di aver preso i fogli sbagliati, prendendo però in giro il ministro della Cultura Alessandro Giuli per i suoi discorsi dalle terminologie estremamente ricercate.

Geppi Cucciari chiude la Festa del Cinema di Roma

Si è tenuta ieri – sabato 26 ottobre 2024 – la cerimonia di chiusura della XIX edizione della Festa del Cinema di Roma, presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.

La serata conclusiva, durante la quale si sono svolte le premiazioni per le varie categorie, ha visto come madrina della cerimonia, per il terzo anno, Geppi Cucciari.

Geppi Cucciari Giuli Festa del Cinema di RomaFonte foto: ANSA
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, preso in giro da Geppi Cucciari nel discorso per la cerimonia di chiusura della Festa del Cinema di Roma

La comica, che sembra ormai avere un feeling particolare con i ministri della Cultura, ha tenuto un discorso molto particolare, che si è rivelato essere una presa in giro del neo-ministro Alessandro Giuli e della sua dialettica estremamente forbita e ricercata, spesso al limite dell’insensatezza.

La presa in giro ad Alessandro Giuli

“È gioioso approssimarsi nell’ora del desìo, vi sono oltremodo riconoscente. Non mi esprimo per celia, giammai ritengo il vostro tributo plasticamente propedeutico al soffio vitale che spira aurora alle mie spalle come anelito di empatia e sincero tripudio” ha esordito la comica nel suo discorso, prima di annusare la cartellina facendo il verso a una delle ultime “esibizioni” del ministro Giuli.

“Lo spirito dell’acqua, ma soprattutto del vino” ha poi detto Cucciari, prima di riprendere il suo discorso: “Orbene approssimiamo all’anno fescennino capitolino in un rinnovato empito di primordiale fabbisogno del ludus anime cui si abbeverò il vate Gabriele D’Annunzio allor quando celebrò gli aulenti riverberi della celluloide sull’omo novus, a guisa di tramite virtuoso per l’irrevocabile incedere verso le case matte del potere”.

Parole che ricordano le migliori scene di Amici Miei, e che la comica ha pronunciato fino a quando, allargando le braccia al pubblico, si è scusata dicendo “devono avermi dato per errore il discorso di qualcun altro”, facendo chiaro riferimento ai discorsi del ministro Giuli.

Il “vero” discorso di Geppi Cucciari

La conduttrice sarda, alla fine del siparietto, si è scusata per il “malinteso” (scusandosi anche con gli ospiti stranieri e con traduttori e traduttrici presenti), usandolo poi come pretesto per avviare il suo vero discorso, nel quale non sono comunque mancati vari riferimenti alla politica.

Cucciari ha poi lanciato una frecciata al cinema nostrano, pieno di “biopic sui grandi italiani”, che sono però “purtroppo finiti”, chiedendo quindi “alla Nazione “di darsi da fare per produrre grandi italiane grandi italiani, ma anche per cercare di diventare grandi italiani noi stessi”.

Un augurio che per la conduttrice si traduce in un modo preciso: “Innanzitutto più tolleranti, più gentili, meno chiusi nel nostro orticello. Perché a furia di usare i confini per tenere fuori gli altri finisce che se ne resta prigionieri”.

geppi-cucciari Fonte foto: ANSA
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