Fusione nucleare, svolta storica verso l'energia pulita: "Come una mini stella sulla Terra"
L'esperimento è un passo avanti verso la produzione di energia illimitata e a basse emissioni. Il processo è lo stesso che alimenta le stelle
La fusione nucleare è più vicina. La notizia arriva dai dall’impianto europeo JET (Joint European Torus) di Culham, nel Regno Unito, nell’ambito del progetto ITER. È qui che un reattore sperimentale ha generato energia pari a 59 megajoule a intervalli di 5 secondi, equivalente a 11 megawatt. La notizia è stata accolta con grande entusiasmo dalla comunità scientifica perché indica che la produzione di energia dalla fusione nucleare, senza emissioni, è percorribile.
Il doppio rispetto a 25 anni fa
Cinque secondi per 59 megajoule di energia e 11 megawatt di potenza è una quantità doppia rispetto a quella prodotta in un simile esperimento 25 anni fa. L’esperimento rappresenta quindi un passo avanti nella realizzazione di nuovi reattori nucleari.
La fusione termonucleare: i vantaggi
La fusione è lo stesso processo che alimenta le stelle, come il Sole, ha spiegato in un comunicato stampa il Cnr.
Il Centro ha poi spiegato: “Nel lungo termine promette di essere una fonte di elettricità quasi illimitata, utilizzando piccole quantità di combustibile reperibili ovunque sulla terra, da materie prime poco costose”.
Il reattore nucleare Jet al centro della ricerca europea sulla fusione nucleare
La fusione termonucleare: come funziona
Il Cnr nella ha poi spiegato come funziona la produzione di energia derivante dalla fusione nucleare: “Il processo unisce, fino a fondersi ad altissima temperatura, nuclei di elementi leggeri come l’idrogeno, che si trasformano in elio”.
Questo processo rilascia “una quantità enorme di energia sotto forma di calore. La fusione è intrinsecamente sicura perché per sua natura non può innescare processi incontrollati”.
Le potenzialità per l’ambiente
L’energia prodotta da fusione nucleare rappresenterebbe una fonte sostenibile. “Questo successo rappresenta un grande passo avanti sulla strada verso la fusione quale fonte sicura, efficiente e a basso impatto ambientale contro la crisi energetica globale”.
Una scoperta che arriva, continua il Cnr, “proprio mentre aumenta a livello globale la richiesta di affrontare efficacemente gli effetti del cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione della produzione di energia”.
“Un successo europeo”
Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha commentato: “Il record di 59 megajoule di energia da fusione è un successo tutto europeo, un risultato chiave che dà forza a ITER e alla Roadmap europea sulla fusione”.
Gilberto Dialuce, presidente dell’ENEA ha aggiunto: “Siamo particolarmente orgogliosi dei nostri ricercatori che hanno lavorato alla preparazione e all’esecuzione degli esperimenti e all’analisi dei dati coordinando anche il team europeo”.
Cos’è il progetto ITER
ITER, spiega ancora il Cnr, “progettato per dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione, sarà il più grande impianto sperimentale a fusione al mondo”.
È anche una collaborazione globale: “L’Europa contribuisce per quasi metà dei costi di costruzione, mentre gli altri 6 partner di questa joint venture internazionale (Cina, India, Giappone, Repubblica di Corea, Russia e Stati Uniti d’America) contribuiscono equamente al rimanente costo”.