Morto Furio Colombo a Roma, diresse L'Unità e fondò Il Fatto Quotidiano: eletto col Pd, la data dei funerali
Morto il giornalista Furio Colombo, diresse L'Unità e fondò Il Fatto Quotidiano: i funerali si terranno a Roma mercoledì 15 gennaio
Il giornalismo italiano perde una figura storica. Martedì 14 gennaio è morto Furio Colombo, un passato da inviato della Rai e da editorialista di Repubblica. Diresse L’Unità e fondò Il Fatto Quotidiano. Notevole anche l’impegno politico, dato che fece il parlamentare in tre diverse legislature con Ds, Ulivo e Pd. I funerali del giornalista si terranno a Roma mercoledì 15 gennaio.
- Il comunicato della famiglia sulla morte e i funerali di Furio Colombo
- Chi era il Furio Colombo giornalista
- Chi era il Furio Colombo politico
Il comunicato della famiglia sulla morte e i funerali di Furio Colombo
La notizia della morte di Furio Colombo è stata diffusa dalla famiglia.
Questo il comunicato sul decesso e sulla data dei funerali a Roma:
“Nella mattinata di oggi è deceduto all’età di 94 anni Furio Colombo, assistito dalla moglie Alice e dalla figlia Daria. Intensissima la sua attività di giornalista, che lo ha visto inviato della Rai e corrispondente dagli Stati Uniti, editorialista di Repubblica, direttore de L’Unita, fondatore del Fatto Quotidiano. Parlamentare per tre legislature per i Ds, L’Ulivo e il Pd. Ha svolto un’intensa attività culturale come autore di testi letterari e cinematografici e diretto per tre anni l’Istituto di Cultura di New York, nonché titolare di cattedra alla Columbia University. Ha svolto anche incarichi aziendali prima alla Olivetti e poi come Rappresentante Fiat negli Stati Uniti. I funerali si svolgeranno al Cimitero Acattolico di Roma domani mercoledì 15 gennaio alle ore 15”.
Furio Colombo
Chi era il Furio Colombo giornalista
Furio Colombo era nato a Chatillon, in Valle d’Aosta, il 1° gennaio 1931, da una famiglia israelita.
Laureato in Giurisprudenza a Torino, partecipò già da giovanissimo alla scrittura di alcuni programmi Rai con Umberto Eco, Gianni Vattimo e Piero Angela, realizzando anche dei documentari.
Giornalista professionista dal 1967, pochi anni dopo divenne professore a contratto al DAMS di Bologna, che contribuì a fondare, insegnando Teoria e tecniche dei media e del linguaggio radiotelevisivo.
Ne 1971 sottoscrisse la lettera aperta a L’Espresso contro il commissario Luigi Calabresi (come Oliviero Toscani, morto il giorno prima di Furio Colombo).
Nel novembre 1975 fu l’ultimo a intervistare Pier Paolo Pasolini per La Stampa, il giorno prima dell’omicidio dell’intellettuale.
Proprio per il quotidiano torinese fu corrispondente dagli Stati Uniti, mentre per Repubblica fece l’editorialista.
Scrisse anche per il New York Times, insegnò Giornalismo alla Columbia University e a Berkeley.
Sopravvissuto a un incidente aereo nel 1991, nel 2001 è stato nominato direttore dell’Unità – rinata dopo il fallimento del 2000 -, carica ricoperta fino al 2005, venendo sostituito poi dal condirettore Antonio Padellaro, dopo le pressioni dei Ds, secondo quanto scritto da Marco Travaglio proprio sull’Unità nel 2008.
Nel 2009 fu tra i cofondatori del Fatto Quotidiano, facendo da editorialista fino al 13 maggio 2022 prima di lasciare in polemica con Travaglio e Padellaro per lo spazio concesso alle teorie filo-putiniane di Alessandro Orsini dopo l’invasione dell’Ucraina.
Nello stesso mese era tornato a collaborare con Repubblica.
Chi era il Furio Colombo politico
Dal 1996 al 2011 Furio Colombo era stato deputato con il Partito Democratico della Sinistra e dei Democratici di Sinistra.
Tornò in Parlamento nel 2006 come senatore dei Ds, eletto in Lombardia, iscrivendosi al gruppo parlamentare dell’Ulivo.
Rieletto nuovamente deputato nel 2008, per il Pd (in cui aveva provato a candidarsi come segretario nel 2007) faceva parte della III Commissione (Affari Esteri e Comunitari) e della Commissione esaminatrice del Premio Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli.[
Dalla morte di Mirko Tremaglia fino allo scioglimento delle Camere è stato il più anziano deputato della XVI legislatura, terminando il mandato nel 2013.
È grazie alla sua attività parlamentare se esiste una legge (istituita nel 2000) che riconosce il 27 gennaio come Giorno della Memoria, approvata all’unanimità dalla Camera dei deputati e successivamente dal Senato.
Secondo il sito OpenParlamento, Furio Colombo è stato il deputato con il più alto numero di voti ribelli (633), contrari quindi alle indicazioni del partito di appartenenza.
È stato presidente nazionale di Sinistra per Israele, associazione che si propone di “contrastare i pregiudizi antisraeliani, antisionisti e talora perfino antisemiti che albergano anche in una parte consistente della sinistra italiana”.
Nel maggio 2015, in occasione dell’85° compleanno di Marco Pannella, annunciò l’iscrizione al Partito Radicale Transnazionale.