Britney Spears, richiesta respinta nonostante la testimonianza choc
La nascita del movimento Free Britney e la denuncia pubblica al padre padrone non sono servite a rimuovere l'interdizione per Britney Spears
Il Tribunale di Los Angeles ha respinto la richiesta di Britney Spears di porre fine alla tutela legale del padre Jamie Spears. La bocciatura arriva dopo una dura testimonianza fornita dalla popstar, che ha raccontato gli abusi psicologici e fisici subiti negli ultimi 13 anni in cui è stata interdetta e sottoposta a una rigida custodia da parte del genitore. Ne dà notizia l’Ansa.
Secondo quanto riferito dai media americani, nei documenti depositati si leggerebbe la volontà di appuntare come co-amministratore di sostegno anche la società Bessemer Trust.
Free Britney: il movimento per la liberazione della cantante dagli abusi del padre
La battaglia legale di Britney Spears, che a dicembre compirà 40 anni, si prospetta dunque tutta in salita, nonostante il supporto di fan e di tante celebrità, che hanno lanciato il movimento Free Britney, per liberare l’ex teen idol dal giogo del padre padrone.
Sul suo profilo Instagram la cantante si è rivolta ai suoi oltre 30 milioni di follower, spiegando che la donna vista negli ultimi anni sui social non era davvero lei.
“Ora mi pento di aver dato l’impressione nell’ultimo paio di anni che tutto fosse ok anche quando non lo era”, ha spiegato Britney Spears ai suoi numerosi ammiratori.
I suoi post descrivevano “una vita da favola“, ma “io non voglio che la gente pensi che la mia vita sia perfetta, perché non lo è affatto. E ora anche voi lo sapete”.
A impedirle di ammettere pubblicamente la sua sofferenza, un vero “inferno“, sarebbe stato “l’orgoglio“. Ma ora la verità della popstar è venuta a galla, con la sua testimonianza choc in aula della scorsa settimana.
Perché Britney Spears è sotto la custodia legale e amministrativa del padre dal 2008
Britney Spears in tribunale ha ammesso di non essere mai stata informata del fatto di poter presentare una petizione per liberarsi della custodianship, ovvero l’istituto legale che negli Stati Uniti è utilizzato per tutelare il patrimonio di persone anziane o incapaci di intendere e di volere.
La misura è iniziata per la cantante nel 2008, dopo il crollo psicologico dell’anno precedente, vissuto sotto le luci dei riflettori. Dopo essere entrata in una clinica di riabilitazione, la cantante uscì solo dopo 24 ore, si rasò i capelli da sola in un salone e attaccò i paparazzi che si trovavano fuori.
Negli anni la cantante aveva subito diversi breakdown mentali, entrando in diversi centri di recupero per via dell’abuso di stupefacenti e alcol e per la depressione.
La popstar aveva già perso la custodia legale dei figli ed era stata sottoposta a un trattamento sanitario obbligatorio. Dopo essersi rimessa nei mesi precedenti, aveva ottenuto prima l’affidamento congiunto e, dopo 7 anni, la custodia completa.
Rimane però l’assoluto controllo del padre sui suoi beni, e Britney Spears ha raccontato di abusi psicologici a casa, dove sarebbe monitorata h24 e drogata con farmaci a suo dire prescritti senza giuste motivazioni, e sul lavoro, spinta dal manager e dalla famiglia a ritmi disumani e ad accettare contratti ingiusti.