Franco Mariotti ucciso dal monossido in camper a Firenze, l'allarme della figlia che era ricoverata al Careggi
Ucciso dal monossido di carbonio in camper, Franco Mariotti e la moglie erano lì per la figlia ricoverata in ospedale
Si trovava lì per stare vicino alla figlia, ricoverata da alcuni giorni al Careggi. Franco Mariotti, 61 anni, è stato ucciso dal monossido di carbonio sprigionato dalla stufetta a gas del suo camper parcheggiato nell’area di sosta davanti all’ospedale di Firenze. La moglie che era con lui, rimasta intossicata, è stata ricoverata, le sue condizioni non sono gravi.
- Franco Mariotti ucciso dal monossido in camper a Firenze
- La figlia ricoverata al Careggi
- L'allarme lanciato dai figli
- Le indagini
Franco Mariotti ucciso dal monossido in camper a Firenze
La tragedia è avvenuta nel tardo pomeriggio di domenica 16 dicembre a Firenze, nel parcheggio di viale Pieraccini davanti all’ospedale di Careggi.
Come riporta il Corriere Fiorentino, Franco Mariotti e la moglie erano a bordo del loro camper parcheggiato nell’area di sosta quando c’è stata la fuga di gas.
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Per l’uomo non c’è stato niente da fare, è deceduto a causa del monossido di carbonio sprigionato dalla stufetta del camper, mentre la donna, Ombretta Romani di 62 anni, è rimasta intossicata ed è stata ricoverata nel vicino ospedale.
La figlia ricoverata al Careggi
Residenti a Roccalbegna in provincia di Grosseto, i due si trovavano lì per stare vicini alla figlia 37enne, ricoverata da alcuni giorni al Careggi, dove si era sottoposta a intervento chirurgico in seguito a un malore avuto nei giorni scorsi.
“Non gli mancavano certo i soldi per l’hotel e poi avevano anche dei parenti presso i quali avrebbero potuto alloggiare”, ha detto al Corriere il sindaco di Roccalbegna, Massimo Galli.
I due “erano camperisti appassionati”, ha raccontato, per questo avevano scelto questa soluzione per stare vicini alla figlia.
Operaio in pensione, Mariotti erano noto e ben voluto in paese per il suo impegno nel volontariato: da anni era autista e soccorritore della locale Croce Rossa.
L’allarme lanciato dai figli
A rendersi conto che qualcosa non andava è stata la figlia, che si è subito preoccupata quando non ha visto arrivare i genitori all’ora delle visite in ospedale.
Quindi il fratello ha tentato più volte di chiamare i genitori al telefono, senza successo, come raccontato alla Nazione dalla sorella della madre.
Quando alla fine la donna ha risposto ha detto al figlio che si erano addormentati.
Il figlio ha però intuito che la mamma era in stato confusionale e ha dato l’allarme, facendo arrivare sul posto 118, vigili del fuoco e forze dell’ordine.
Una telefonata che molto probabilmente ha salvato la vita alla 62enne, ora ricoverata nello stesso ospedale dove si trova la figlia. Le sue condizioni non sono gravi.
Le indagini
Intanto vanno avanti le indagini sulle cause di quanto accaduto, affidate alla polizia dalla procura di Firenze.
Secondo quanto emerso, la stufa del camper, sotto sequestro per le indagini, era ancora accesa quando sono arrivati i soccorsi.
Dai primi accertamenti, come riferisce La Nazione, a causare la fuoriuscita del monossido potrebbe essere stato un malfunzionamento al motorino di estrazione dei fumi di scarico della stufetta.
