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Francesco Graziani citato nell'inchiesta sulla 'ndrangheta in Piemonte: "Forse ho incrociato qualche boss"

Francesco "Ciccio" Graziani è tra i nomi citati, non indagato, nell'inchiesta delle infiltrazioni della 'ndrangheta in appalti pubblici in Piemonte

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Tra i nomi citati nell’inchiesta per la presunta corruzione elettorale tra esponenti del Pd e la ‘ndrangheta in Piemonte, salta all’occhio quello di Francesco Graziani, conosciuto semplicemente come Ciccio. Lo storico centravanti del Torino e campione del mondo con l’Italia nel 1982 non è indagato, ma risulta nelle carte della Direzione distrettuale antimafia di Torino per un’amicizia con uno dei nove arrestati nell’indagine Echidna.

Le infiltrazione dell’ndrangheta in Piemonte

La conoscenza di Ciccio Graziani è Roberto Fantini, manager in orbita Pd dell’Organismo regionale per il controllo collaborativo, finito nell’inchiesta con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, per aver favorito, secondo le ipotesi dei magistrati, le infiltrazioni dell’ndrangheta in diversi appalti pubblici legati ai lavori delle autostrade A4 Torino-Milano e A32 Torino-Bardonecchia.

Graziani racconta in un’intervista a La Verità i suoi rapporti con la famiglia Fantini, nati grazie all’amicizia in comune con Antonio Esposito, un viveur di origini foggiane conosciuto nella Torino degli anni ’70, con precedenti per associazione per delinquere finalizzata all’usura insieme a personaggi di rilievo dell’ndrangheta in Piemonte, che gli è costata una condanna a 3 anni e 4 mesi, alla quale nel 2020 si è sommata un’altra pena a 3 anni e 8 mesi per un’estorsione continuata.

ciccio-grazianiFonte foto: ANSA

L’ex centravanti del Torino degli anni ’70, Ciccio Graziani

Francesco Graziani citato nell’inchiesta Echidna

Ripercorrendo i rapporti con “Tonino” Esposito e Fantini, Graziani, che è totalmente estraneo all’inchiesta, non rinnega le amicizie con nessuno dei due. “Con me Tonino è sempre stato educato e rispettoso, un amico vero” dice l’ex calciatore, aggiungendo: “Io l’amicizia la misuravo con i comportamenti nei miei confronti, quello che faceva al di fuori del nostro rapporto non mi interessava”.

Nell’intervista, Graziani testimonia anche la vicinanza dimostrata a Roberto Fantini di fronte alle accuse che lo hanno travolto, delle quali si è detto molto sorpreso. L’ex gemello del gol granata, insieme a Paolino Pulici, descrive il manager finito sotto inchiesta come un “ragazzo straordinario” e “una persona, educata, rispettosa, gioiosa, con una famiglia molto bella”.

“Resto in attesa di vedere gli sviluppi – afferma Graziani – Spero che possa venire fuori bene dalle accuse, perché queste sono cose che ti segnano: per farti un’immagine ci metti una vita, per rovinartela bastano dieci minuti”.

Per me le accuse sono fantascienza – dice ancora – vero è che con certi lavori, incarichi e responsabilità può succedere di tutto. Quante volte ci siamo stupiti di persone insospettabili e di fronte all’evidenza abbiamo dovuto alzare le mani”.

L’iniziativa a Volpiano

Nell’ambito dell’inchiesta, Graziani dice di aver conosciuto anche Salvatore Gallo, ex manager di Sitaf indagato per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale.

“L’ho conosciuto quando lui e Roberto organizzarono un torneo e mi chiesero la cortesia di andare a tirare il calcio d’inizio. Cosa che puntualmente feci”. L’iniziativa si tenne a Volpiano, paese nel Torinese al centro dell’inchiesta perché sede di una ‘ndrina che avrebbe fatto affari con Fantini.

“Io lavoravo a Mediaset – racconta Graziani – era una domenica, ho preso la macchina, sono andato, ho fatto quello che dovevo fare e sono venuto via”.

francesco-graziani-inchiesta-ndrangheta Fonte foto: ANSA
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