Hamas e Israele verso l'accordo per il cessate il fuoco e la liberazione di alcuni ostaggi: la situazione
Israele tende la mano per il cessate il fuoco e attende la risposta di Hamas. I mediatori egiziani sono al lavoro per agevolare la tregua. La contropartita è la liberazione di ostaggi
Tra Hamas e Israele “ci sono progressi significativi nei negoziati” sulla proposta di cessate il fuoco e liberazione di ostaggi a Gaza. La notizia arriva dall’emittente egiziana Al-Qahera News, alla quale si attribuiscono legami con i servizi segreti del Paese.
La proposta di Israele
L’accordo sarebbe stato agevolato da mediatori egiziani che hanno “raggiunto una formula concordata sulla maggior parte dei punti controversi”, ha aggiunto l’emittente.
E alti funzionari israeliani riferiscono che Hamas è orientata ad accettare di dare seguito alla prima fase dell’accordo che prevede il rilascio di ostaggi, anche senza l’impegno di Israele a porre fine alla guerra. La news arriva da un tweet di Barak Ravid di Axios.
Truppe israeliane.
I nodi da sciogliere
“Stiamo aspettando con ansia di vedere la posizione finale di Hamas. Le informazioni non sono ancora arrivate”, ha detto una fonte israeliana citata da Haaretz. La fonte però invita a fare un bagno di realtà, aggiungendo che “alla luce dell’esperienze passate, anche se Hamas dice che sta seguendo lo schema, i piccoli dettagli e le riserve che presenterà potrebbero far dissolvere l’accordo“.
Dal governo con sede a Gerusalemme c’è la volontà di dare corpo all’accordo e si attende la risposta di Hamas: una delegazione israeliana che ha già ricevuto mandato dal governo di siglare la tregua è pronta a partire per il Cairo, ma solo “se ci sarà una risposta da parte di Hamas che abbia un orizzonte per i negoziati”.
La posizione israeliana era già stata anticipata da Antony Blinken, segretario di Stato americano, secondo il quale “Hamas è l’unico ostacolo al cessate il fuoco a Gaza”.
L’alternativa che gli Usa vogliono scongiurare
Il fallimento del piano per il cessate il fuoco spingerebbe Israele verso l’annunciato attacco a Rafah, evento che gli Stati Uniti tentano di scongiurare.
“Un” ulteriore “attacco israeliano a Rafah causerebbe danni oltre l’accettabile”, ha dichiarato Blinken secondo il quale Israele ha predisposto una strategia per l’attacco, ma non ha alcun piano per proteggere i civili.
“In assenza di un tale piano, non possiamo sostenere un’operazione militare su larga scala a Rafah, perché il danno che causerebbe sarebbe oltre ciò che è accettabile“, ha detto durante il Forum del McCain Institute a Sedona, in Arizona.
Intanto la diplomazia Usa è al lavoro anche su un altro fronte: il Qatar sarebbe pronto ad accogliere la richiesta di Washington di espellere i capi di Hamas.