Fortunato Verduci e il delitto del trapano, svolta nell'omicidio di Luigia Borrelli: intercettazione decisiva
Il delitto del trapano avvenuto a Genova ha recentemente avuto una svolta significativa che coinvolge il principale sospettato: Fortunato Verduci
Il delitto del trapano risalente al 5 settembre 1995, in cui Luigia Borrelli, una prostituta nota come Antonella, fu brutalmente assassinata a Genova, ha recentemente avuto una svolta significativa grazie a una combinazione di moderne tecniche forensi e intercettazioni che hanno coinvolto il principale sospettato: Fortunato Verduci.
Delitto del trapano, la svolta dopo 29 anni
Questo cold case, rimasto irrisolto per 29 anni, ha finalmente portato all’identificazione di un possibile colpevole grazie a nuove prove genetiche e a dichiarazioni compromettenti.
La scena del crimine era stata descritta come macabra e violenta: Borrelli fu trovata in un lago di sangue, con quindici fori di trapano sul collo e sullo sterno.
Il corpo di Luigia Borrelli, uccisa a Genova con un colpo di trapano alla gola, mentre viene trasferito all’obitorio
Nonostante la brutalità dell’omicidio, le indagini per lungo tempo non erano riuscite a individuare un responsabile.
Tuttavia, con l’evoluzione delle tecniche di analisi del Dna, le tracce ematiche rinvenute sulla scena del crimine sono state confrontate con i dati presenti nella banca del Dna dei detenuti, portando gli investigatori a Verduci, grazie alla corrispondenza con un parente recluso.
I sospetti su Fortunato Verduci
Oltre all’evidenza genetica, un elemento decisivo è stato rappresentato dalle intercettazioni ambientali.
Durante una conversazione in un’officina, Verduci, ridendo, ha risposto in modo ambiguo a un collega che gli chiedeva perché avesse ucciso la donna, insinuando una sorta di cinica leggerezza.
Inoltre, una sua risposta specifica sul tipo di sigaretta trovata sulla scena del crimine, la “Diana blu lunga“, ha ulteriormente rafforzato i sospetti degli inquirenti.
La prossima udienza
Nonostante la richiesta della Procura di arrestare Verduci, il giudice ha negato l’arresto, sottolineando che, dopo trent’anni, il rischio di reiterazione del reato appare limitato.
Tuttavia, il caso rimane aperto, con la prossima udienza fissata per il 23 settembre, in cui si deciderà se ci siano ulteriori elementi per procedere con misure cautelari.
La riapertura dei cold case è rara ma in Italia quello di Genova non è l’unico esempio: a dicembre 2021, infatti, un uomo è stato arrestato per un omicidio avvenuto 23 anni prima a Trapani.