Filippo Turetta rischia altre accuse oltre all'omicidio e al sequestro: il nodo delle possibili aggravanti
Il quadro accusatorio potrebbe aggravarsi ulteriormente per Filippo Turetta: oltre alla premeditazione potrebbe essergli contestato dell'altro
La posizione di Filippo Turetta potrebbe presto peggiorare ulteriormente: sulla testa del 21enne pende l’accusa di sequestro e omicidio volontario per l’uccisione dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, aggravato dal vincolo del legame affettivo. La procura sta valutando in queste ore se riformulare il capo di imputazione in omicidio premeditato. Ma non solo.
Da omicidio volontario a premeditato?
L’imputazione potrebbe cambiare già prima dell’interrogatorio di garanzia di fronte al Gip di Venezia, Benedetta Vitolo, che non è ancora stato fissato.
Filippo, che al momento si trova in Germania, arriverà in Italia nella giornata di sabato 25 novembre.
Fiori davanti la casa di Giulia Cecchettin.
L’interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta, come da normativa, deve avvenire entro cinque giorni.
Sono tre gli elementi che potrebbero peggiorare la situazione dell’accusato, con conseguenze sull’ammontare della pena detentiva in caso di condanna.
A Filippo sono stati sequestrati due coltelli e il nastro adesivo con il quale ha legato Giulia.
Sul suo computer sono state trovate ricerche su percorsi montani e su come sopravvivere in montagna per lunghi periodi. Possibile dunque che i pm optino presto per la premeditazione.
L’aggravante della crudeltà
Il prossimo 1 dicembre si terrà l’autopsia sulla salma di Giulia. In base all’esito si deciderà se aggiungere l’aggravante della crudeltà.
Il corpo della ragazza è stato raggiunto da una ventina di coltellate. Molte l’hanno colpita alle mani e alle braccia, segno di una lotta è durata fino all’ultimo respiro.
Il martirio di Giulia è andato avanti per una ventina di minuti. La giovane è stata finita con profondi fendenti alla testa e al collo.
Occultamento di cadavere
C’è poi il filone che riguarda l’occultamento del cadavere: Filippo ha caricato in auto il corpo di Giulia e ha guidato per 100 chilometri.
Una volta giunto in un dirupo nei pressi del lago di Barcis si è disfatto del cadavere.