Figlio Beppe Grillo e presunta violenza sessuale: indagini chiuse
Chiuse le indagini sulla presunta violenza sessuale avvenuta il 16 luglio 2019: tra gli accusati c'è anche il figlio di Beppe Grillo
La Procura di Tempio Pausania ha chiuso le indagini sulla presunta violenza sessuale che il 16 luglio 2019 vide come vittima una studentessa diciannovenne di Milano. Lo scrive il ‘Corriere della Sera’. Gli accusati sono quattro: Ciro Grillo (figlio di Beppe), Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Il reato contestato è quello di violenza sessuale in concorso.
Come ricostruisce il ‘Corriere della Sera’, il 16 luglio, dopo una serata al Billionaire di Porto Cervo, il quartetto di giovani ventenni, tutti di Genova, avrebbe invitato la studentessa e una sua amica in uno dei due appartamenti che la famiglia Grillo possiede al Piccolo Pevero.
La vittima, dopo essere rientrata dalla vacanza, ha raccontato ai genitori: “Mi hanno fatto bere per abusare di me. Mi ha violentato uno, poi a turno gli altri tre“.
Dopo la denuncia ai Carabinieri di Milano, il 26 luglio, è scattata l’indagine con il sequestro dei cellulari e l’esame delle chat e del video con cui uno dei giovani filmò ciò che accadde il 16 luglio.
La difesa dei giovani accusati è basata sul fatto che, a loro dire, la ragazza fosse “consenziente“.
Terminato l’esame dei cellulari da parte dei periti, il procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso ha sentito nuovamente l’universitaria, che ha confermato il racconto già dato ai Carabinieri: lei avrebbe detto no alla richiesta di un rapporto da parte di un primo ragazzo e sarebbe stata stuprata. Dopo, gli altri avrebbero fatto lo stesso.
A ottobre è stata interrogata anche Parvin Tadjik, la moglie di Beppe Grillo, che la notte del 16 luglio dormiva nell’appartamento accanto a quello in cui si trovavano i quattro ragazzi con le due ragazze. La donna non avrebbe udito nulla.
Come riferisce il ‘Corriere della Sera’, sulla chiusura delle indagini non filtra nulla dagli avvocati della difesa, che però hanno sottolineato la difficoltà, dovuta all’emergenza Covid, di raccogliere tutti gli atti istruttori. Per questo motivo è stato chiesto un differimento del deposito fissato a 20 giorni.