Festival di Sanremo, tutti i vincitori dal 1951 ad oggi. L'albo d'oro delle canzoni prime classificate

Il Festival di Sanremo per molti cantanti è stato un trampolino di lancio, per altri è stato il momento della consacrazione, per altri ancora un fiasco e per qualcuno ha coinciso con l’unico momento di popolarità della propria carriera. Il Festival ha iniziato a sfornare canzoni vincenti dal 1951 e fu subito mito con due canzoni vincitrici destinate a fare epoca: “Grazie dei fiori” e “Vola colomba” cantate da Nilla Pizzi e le vittorie di Claudio Villa. Nel 1958 la vittoria rivoluzionaria di Domenico Modugno e la sua “Volare” (titolo originale “Nel blu dipinto di blu”) destinato a diventare uno dei brani italiani più famosi al mondo.

Altra vittoria epocale quella di Gigliola Cinquetti nel 1964 con “Non ho l’età” che per anni fu non solo una canzone simbolo di una generazione ma anche l’unica canzone italiana a vincere l’Eurofestival. Il periodo d’oro del Festival sono gli anni ’60 con una raffica di canzoni memorabili come “Zingara” di Iva Zanicchi o la problematica “Chi non lavora non fa l’amore” di Adriano Celentano. Poi la grandissima crisi degli anni ’70 in cui il Festival anno dopo anno si impoverisce, i cantanti più popolari lo snobbano relegandolo a un ruolo assolutamente marginale, addirittura non trasmesso neanche in tv e vincitori finiti nel dimenticatoio.

Con l’inizio degli anni ’80 il Festival riprende a crescere e anzi assume un ruolo sempre più centrale nella discografica italiana. Sono gli anni in cui vincono Ramazzotti, i Ricchi e Poveri, Albano e Romina, Massimo Ranieri, Morandi-Ruggeri-Tozzi tutti con canzoni che finiscono direttamente in testa alle hit parade e rimaste ancora nella memoria collettiva. Anche negli anni ’90 Sanremo mantiene il ruolo di trasmissione dell’anno e sul palco dell’Ariston si vedono in gara i Pooh e Riccardo Cocciante, ma anche vittorie imprevedibili come quelle dei Jalisse o di Annalisa Minetti. Gli anni 2000 vedono il Festival assumere via via una fisionomia più simile ai presentatori che lo conducono che specchio del panorama musicale italiano. Si spazia così dai Festival “intellettualoidi” di Fazio con la vittoria degli Avion Travel, a quelli più caciaroni di Bonolis in cui spicca il becco di Povia, fino a quelli “radical chic” di Baglioni o a quelli più giovanilistici di Amadeus che apre definitivamente le porte di Sanremo alle nuove generazioni di cantanti, rapper e performer di vario genere e nell’albo d’oro appaiono così rapper come Mahmood o rock band come i Maneskin.

L’albo d’oro del Festival di Sanremo

Fonte foto: Ansa