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Femminicidio di Celeste Palmieri uccisa a San Severo dal marito, viveva nel terrore: il racconto del fratello

Celeste Palmieri "viveva nel terrore". I retroscena sul femminicidio di San Severo svelati dal fratello della vittima, uccisa dall'ex marito

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Sin dalle prime battute del fatto di sangue di San Severo (Foggia) avvenuto la mattina di venerdì 18 ottobre nei parcheggi dell’Eurospin di via Salvemini, lo scenario della vicenda era già chiaro: tra i clienti e la auto posteggiate era andato in scena un femminicidio. Si parlava di “tentato”, perché Celeste Palmieri non era ancora morta, mentre l’ex marito Mario Furio si è tolto la vita dopo l’aggressione. L’uomo indossava il braccialetto elettronico e in quel momento i carabinieri hanno ricevuto l’allarme, ma è stato tutto troppo veloce per evitare la tragedia.

Il racconto del fratello di Celeste Palmieri

A riavvolgere il nastro è Costantino Palmieri, fratello di Celeste, che a Repubblica racconta l’inferno vissuto dalla sorella dopo la (presunta) richiesta di separazione da Mario Furio, il suo assassino.

“Viveva nel terrore”, dice Costantino, che delinea il racconto di una tragedia annunciata. Dopo l’episodio sono venute fuori le minacce e le continue persecuzioni perpetrate da Furio contro l’ex moglie, e dei disperati tentativi della donna di chiedere aiuto.

femminicidio celeste palmieri san severo maritoFonte foto: TuttoCittà.it
Venerdì 18 ottobre Celeste Palmieri è stata aggredita dall’ex marito Mario Furio a San Severo (Foggia) a colpi di pistola. La donna è morta poche ore dopo. Il fratello della vittima racconta un femminicidio annunciato

“Mia sorella lo aveva denunciato tante volte, il marito è stato prima sottoposto a un divieto di avvicinamento entro i 500 metri, poi entro i 100″, racconta Costantino a Repubblica.

Nel passato della coppia solo violenze e maltrattamenti. Per questo motivo Celeste Palmieri, oltre a denunciare Mario Furio, si era rivolta anche a un centro antiviolenza.

Il femminicidio a San Severo

La mattina di venerdì 18 ottobre Celeste Palmieri stava uscendo dall’Eurospin, quando si è ritrovata faccia a faccia con l’ex marito. L’uomo indossava il braccialetto elettronico a seguito del divieto di avvicinamento disposto dal gip. In quel momento i carabinieri hanno ricevuto l’allarme, ma la tragedia si è consumata in pochi secondi.

I militari hanno raggiunto il luogo, ma al loro arrivo già rimbombavano gli spari. Celeste Palmieri era già stata colpita e Mario Furio aveva già rivolto l’arma, una pistola, contro se stesso. La donna era in condizioni gravissime, ed è morta poche ore dopo agli Ospedali Riuniti di Foggia.

I dubbi sul braccialetto elettronico

Sul funzionamento del braccialetto elettronico si leggono versioni discordanti. Le autorità sono al lavoro per tutti gli accertamenti del caso. Secondo le prime notizie, infatti, l’allarme sarebbe partito dal dispositivo dell’uomo.

Secondo altre versioni, invece, la donna avrebbe incrociato l’ex marito all’interno del supermercato e avrebbe chiamato i carabinieri in quanto comprensibilmente preoccupata per la sua incolumità. Le stesse versioni riportano che il braccialetto elettronico indossato dall’uomo non avrebbe funzionato.

Un’altra versione, riportata da Repubblica, indica che l’apparecchio non funzionante sarebbe stato quello di Celeste Palmieri. I carabinieri, ricevuto il segnale dal dispositivo di Furio, avrebbero telefonato alla donna per accertarsi sulla situazione e la 56enne avrebbe confermato di aver visto il marito al supermercato. Quindi i militari sarebbero intervenuti, ma il femminicidio si era già consumato.

La rabbia delle associazioni

Dopo la tragedia, l’assessore Bruno Savino ha spiegato alla stampa che nell’ottobre 2023 Celeste Palmieri avrebbe rifiutato di trasferirsi in un luogo sicuro con i figli minori. Su questo aspetto è intervenuta l’associazione Il Filo di Arianna, che in una dichiarazione rilasciata a Repubblica ha detto:

Sarebbe opportuno prendere atto che non dovrebbero essere allontanate le donne, ma perseguiti, con strumenti efficaci, i maltrattanti.

Il mancato arresto

L’avvocato Ettore Censano spiega che a gennaio 2024 Mario Furio aveva aggredito Celeste Palmieri con un coltello di fronte alla figlia minore.

Il pm aveva chiesto il carcere per l’ex agente della polizia penitenziaria in pensione, ma il gip aveva optato per il divieto di allontanamento con il braccialetto elettronico.

san-severo-femminicidio-celeste-palmieri Fonte foto: ANSA
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