Febbre di Lassa: cos'è, da dove arriva e come si trasmette
La malattia registrata nel Regno Unito simile all'Ebola è endemica in Africa ma è meno letale
L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) ha individuato tre casi di febbre di Lassa, una malattia infettiva potenzialmente letale con caratteristiche simili all’Ebola. Uno dei pazienti è deceduto, faceva parte insieme alle altre due persone contagiate di una famiglia tornata di recente da un viaggio in Africa.
Si tratta dei primi casi di febbre di Lassa registrati in Gran Bretagna dal 2009, fino ad oggi nel Paese ne erano stati segnalati solo otto a partite dai primi nel 1980.
Le autorità sanitarie inglesi hanno dichiarato di essere a lavoro per risalire alle “persone che hanno avuto contatti stretti con i casi prima della conferma della loro infezione, per fornire valutazioni, supporto e consigli adeguati”.
La consulente medico capo dell’UKHSA, Susan Hopkins, ha rassicurato che non ci sono rischi per la salute pubblica: “I casi di febbre di Lassa sono rari nel Regno Unito e non si diffondono facilmente tra le persone.”
- Febbre di Lassa, virus e sintomi: cos'è
- Febbre di Lassa, origine e diffusione: da dove arriva
- Febbre di Lassa: come si trasmette
Febbre di Lassa, virus e sintomi: cos’è
Come spiegato dal sito dell’Istituto superiore di sanità sul suo sito, la febbre di Lassa è una malattia che fa parte del gruppo delle febbri emorragiche virali (Fev), “patologie di origine virale a carattere sistemico, caratterizzate da esordio improvviso, acuto e spesso accompagnate da manifestazioni emorragiche”.
Questo tipo di infezioni sono causate da virus a Rna (arenavirus, bunyavirus, filovirus, flavivirus), che prolificano in serbatoi naturali come specie di animali o insetti indigene di precise zone del pianeta.
In particolare la febbre di Lassa è provocata dal contagio di un virus a Rna appartenente alla famiglia degli Arenaviridae, diffuso prevalentemente in Africa, specialmente tramite i roditori Mastomys.
La malattia prende il nome dalla città nigeriana in cui, nel 1969, due infermiere missionarie morirono a causa di questa malattia, fino a quel momento sconosciuta.
Nell’80% dei casi la patologia assume una forma lieve, o addirittura asintomatica, e si può manifestare inizialmente con sintomi generici come: febbre, cefalea, mialgie, faringodinia con essudato tonsillare, difficoltà ad alimentarsi (disfagia), tosse secca, dolore toracico (a volte forte dolore retrosternale), crampi addominali, nausea, vomito e diarrea.
Nel restante 20% dei casi più gravi può provocare gonfiore del viso, liquido nella cavità polmonare, sanguinamento dalla bocca, dal naso, dalla vagina o dal tratto gastrointestinale e bassa pressione sanguigna.
Come ricordato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, dei pazienti affetti da febbre di Lassa muore l’1%, ma la letalità può salire al 15-20% nei casi non trattati.
Ricercatori a lavoro sulla febbre di Lassa in un laboratorio dedicato alle malattie tropicali
Febbre di Lassa, origine e diffusione: da dove arriva
La febbre di Lassa è una malattia che risulta endemica in Africa: nella regione occidentale del continente ogni anno si segnalano dai 100mila ai 300mila casi.
In alcune aree della Sierra Leone e della Liberia, dal 10 al 16% delle persone ricoverate annualmente in ospedale ha la febbre di Lassa.
Secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti, il virus provoca circa 5mila decessi, anche se i CDC precisano come non sia possibile sapere esattamente quanti casi ci siano perché non esiste una registrazione standard della malattia.
Febbre di Lassa: come si trasmette
La febbre di Lassa è trasmessa dal contatto diretto con escreti di roditori o tramite aerosol di escreti (cioè sostanze espulse dall’organismo) e saliva dei roditori.
Gli esperti dell’Iss spiegano che, così come per tutte le febbri emorragiche, gli esseri umani non sono serbatoi naturali per il virus, ma possono essere infettati attraverso il contatto con animali infetti o artropodi vettori.
Solo in alcuni casi si può verificare la trasmissione da uomo a uomo, per contatto diretto con sangue, tessuti, secrezioni o escreti di persone infette, soprattutto in ambito familiare e in ospedale.