Fase 3, "effetto boomerang" delle regole: i rischi secondo Galli
L'infettivologo ha parlato dei rischi di norme "enfatizzate ed estremizzate" e ha lanciato una proposta
Le regole da seguire nella Fase 3 dell’emergenza coronavirus potrebbero portare a un “effetto boomerang“: lo ha detto Massimo Galli, direttore della terza divisione di malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano. “Il virus è sempre lì ed è sempre lo stesso”, ha dichiarato l’infettivologo ad Askanews.
Il problema, secondo Galli, è quello delle norme da seguire: “Le regole di contenimento sono importanti – ha messo in chiaro -, ma alcune di queste sono state talmente enfatizzate ed estremizzate, soprattutto quelle che hanno riguardato la riapertura di molti esercizi pubblici, da essere diventate difficilmente applicabili“.
Così, secondo l’esperto, le regole “hanno perso mordente e significato. Stare distanziati e usare la mascherina è relativamente semplice da fare. Invece per andare al bar o al ristorante, ad esempio, si devono seguire delle regole estremizzanti, al limite dell’applicabilità, e quindi probabilmente diventano ampiamente disattese o comunque portano ad un comportamento di scarsa attenzione”.
La proposta di Galli è quella di arrivare ad avere “meno regole ma che siano rispettate, bisogna cercare di far rispettare il minimo indispensabile. Perlomeno cercare di mantenere le precauzioni e il distanziamento così come sono state prospettate fin dall’inizio”.
Basterebbero, quindi, le tre regole base ripetute fin dall’inizio dell’emergenza: “Distanziamento, mascherine e igiene delle mani”, che per Massimo Galli “vanno mantenute nei limiti dell’applicabilità. Nel senso che, ad esempio, dove c’è il distanziamento non diventi indispensabile l’uso perenne della mascherina”.
Indispensabili, ha concluso Galli, le tre T: “Testare, tracciare, trattare” perché “ha più senso un tampone in più o un test sierologico in più che, soprattutto in questa fase, lastricare di plexiglas il mondo”.