Fase 2, quali criteri definiranno il livello di soglia e allerta
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato il decreto per il monitoraggio dell'emergenza durante la fase 2, che contiene tre indicatori
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato il decreto sui criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio sanitario per l’evoluzione della situazione epidemiologica durante la fase 2. Secondo quanto riporta l’Ansa, gli indicatori sono tre: capacità di monitoraggio; capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti; stabilità di trasmissione e tenuta dei servizi sanitari.
Fase 2, primo indicatore: capacità di monitoraggio
La capacità di monitoraggio, nel dettaglio, dovrà tener conto dei seguenti dati: numero di casi sintomatici notificati per mese, con annotata la data di inizio dei sintomi, e il totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo; numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (ma non in terapia intensiva); numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva; numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie.
Fase 2, secondo indicatore: capacità di accertamento diagnostico
Per quanto riguarda invece la capacità di accertamento diagnostico, il decreto stabilisce che bisognerà tener conto del monitoraggio della percentuale di tamponi positivi; il tempo tra data di inizio dei sintomi e data di diagnosi; il tempo tra data di inizio dei sintomi e data di isolamento (opzionale); numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact tracing; numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.
Fase 2, terzo indicatore: stabilità trasmissione e tenuta servizi sanitari
In merito invece alla stabilità di trasmissione e la tenuta dei servizi sanitari, gli elementi da monitorare sono il numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni; il valore Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS; numero di nuovi focolai di trasmissione; numero di accessi al PS; tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva (codice 49).
Fase 2, per tre indicatori livello di “soglia” e “allerta”
I tre indicatori definiranno un livello di “soglia” e uno di “allerta“. Nel caso dei tamponi, come riporta l’Ansa, la soglia accettabile è il “trend di diminuzione in setting ospedalieri e pronto soccorso ed il valore predittivo positivo dei test stabile o in diminuzione”.
Il livello di “allerta” sarà invece raggiunto se il trend è in aumento ed anche il valore predittivo positivo è in aumento. Rispetto ai soggetti asintomatici ricoverati, un “valore di almeno 50 con trend in miglioramento sarà considerato accettabile nelle prime 3 settimane dal 4 maggio”. Si passa invece alla “allerta” se il valore è sotto 60.