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Fase 2, gaffe Conte sui parrucchieri diventa virale, bufera web

La data per la riapertura dei parrucchieri genera ilarità ma anche ira

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Tra le mille polemiche suscitate dall’annuncio di Giuseppe Conte del nuovo decreto che regolerà la fase 2 a partire dal 4 maggio non è passata inosservata la questione dei parrucchieri la cui riapertura slitta, come sottolineato dal premier nella conferenza di ieri sera, all’1 giugno. Anche la scelta della data ha suscitato non poche critiche al presidente del Consiglio finito nel mirino dei social e non solo.

Le proteste per la riapertura “parziale” delle aziende, delle attività, soprattutto quelle commerciali, è divampata già nelle prime ore, subito dopo l’annuncio di Conte, e anche oggi è all’ordine del giorno. Sono tanti i temi tralasciati da questa fase 2. E se la Chiesa, attraverso la Cei, si è fatta subito sentire, anche gli altri compartimenti non hanno tardato a dire la loro.

A contestare il premier Conte e il suo Governo sulla fase 2 è stato, tra gli altri, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, tra i territori più martoriati dall’epidemia da Covid-19: “Riapre il gioco d’azzardo ma bar, ristoranti e parrucchieri restano chiusi fino all’1 giugno. Tre mesi e mezzo senza incassi: ma chi li regge? Si fissino criteri, distanze, capienze massime, ma si dia a questi operatori la possibilità di tornare al lavoro”.

Il 1 giugno riaprono i parrucchieri, peccato non esisteranno più perché saranno tutti falliti“. Ed effettivamente la protesta è montata anche tra i coiffeur che non hanno perso tempo a sottolineare non solo la mancata riapertura anticipata, che rischia già di per se di mandare in crisi il settore, ma anche la scelta della data, alquanto anomala. L’1 giugno, giorno indicato da Conte, cade di lunedì, classico giorno di chiusura per l’attività ed ancor più quest’anno in mezzo al ponte del 2 giugno festa della Repubblica.

Social implacabili. Sul web quindi con l’hashtag #parrucchieri nessuno si tira indietro dal tirare la propria frecciata, avvelenata o ironica, al premier. “Solo un maschio poteva annunciare la riapertura dei parrucchieri il primo giugno. Cioè un lunedì” scrive una signora; c’è chi la mette sul piano esterico: “bisognava aprire prima i parrucchieri e poi il resto, altrimenti come si esce” scherza una vanitosa.

Ma la cosa diventa seria in altri commenti sulla stregua di quanto detto da Gori: “Praticamente la metà dei negozianti, dei ristoratori, dei baristi, dei centri estetici, dei parrucchieri, dei dentisti, dovranno chiudere già sin da ora. Perché non arriveranno a giugno”.

Un pensiero ai capelli di Mattarella. Sono in tanti a pensare al presidente della Repubblica che in un famoso fuori onda, qualche tempo fa, aveva scherzato con un suo assistente dietro la telecamera, prima di un discorso alla Nazione, dicendo “anche io come tutti non vado più dal mio parrucchiere”. E le gif e i meme di Mattarella si sprecano.

Coronavirus: Buffagni, non si può chiudere tutto Fonte foto: Ansa
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