Fascicolo sanitario elettronico 2.0, cosa cambia dal 30 giugno per i dati dei pazienti: intervista all'esperto
Dal 30 giugno arriva il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0: l'intervista a Guido Marinoni sui dati richiesti. Quali e come autorizzarli, ma anche perché
Tutto è pronto per un nuovo aggiornamento del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), ormai ribattezzato Fascicolo 2.0. Si tratta di una sorta di cartella clinica di cui dispone ciascun cittadino italiano. Ce ne sono attivi 57,66 milioni, per un totale di 418,6 milioni di referti digitalizzati. Dal 30 giugno 2024, però, i documenti consultabili online potranno crescere ulteriormente. L’intervista concessa da Guido Marinoni, componente del comitato centrale della Federazione Nazionale dei Medici di Medicina Generale (FNOMCeO), a Virgilio Notizie.
Il Fascicolo 2.0 e i fondi del PNRR
Grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), le Regioni stanno inserendo nelle proprie banche dati i documenti dei residenti.
Si tratta proprio di esiti di test e analisi mediche che possono essere accessibili per i pazienti titolari del Fascicolo Sanitario, ma anche di eventuali ricette per farmaci che si stanno assumendo.
La comunicazione del Ministero della Salute su Fascicolo Sanitario Elettronico
Cosa cambia dal 30 giugno
Il 30 giugno è il termine ultimo entro cui ci si potrà opporre.
Il decreto che autorizza l’immissione di tutti i dati sanitari dei pazienti del Servizio Sanitario Nazionale è datato 7 settembre 2023, ma è solo dal 30 giugno prossimo che il Fascicolo Sanitario vedrà un’ulteriore svolta.
L’intervista a Guido Marinoni
Di fatto, il Fascicolo Sanitario Elettronico esiste già: cosa contiene?
“All’interno vi si trovano tutti i referti medici specialistici. In prospettiva futura dovrà contenere anche un documento di sintesi clinica redatto dal medico di medicina generale, quindi il medico di famiglia. Ci sarà anche un taccuino nel quale il paziente potrà annotare personalmente i dati che ritiene utili che siano accessibili ed eventualmente visibili a chi sarà autorizzato a visionarli, come per esempio il medico curante. Nel Fascicolo Sanitario sono contenute anche le informazioni relative a terapie e farmaci assunti dal cittadino”.
Si tratta, quindi, di una sorta di cartella clinica elettronica, a portata di clic?
“Esatto. In realtà esiste già, ma il Fascicolo finora conteneva solo alcuni dati parziali e soprattutto sotto forma di pdf. Inoltre adesso sarà nazionale: finora era stato attivato solo da alcune Regioni e non era interoperabile”.
Cosa cambierà concretamente? Si potrà consultare ovunque in Italia e, successivamente, anche in Europa?
“Sì, questo è l’obiettivo finale. Per ora si punta alla interoperabilità in tutte le Regioni italiane. Ai dati sotto forma di documenti in pdf saranno sostituiti quelli gestibili da software appositi presenti su tutto il territorio nazionale. Il passo successivo sarà di disporre di un database anche a livello europeo, per il quale esistono già alcune indicazioni date da un Regolamento che ha ottenuto un primo via libera di recente, ma che ancora non ha una realizzazione pratica. È piuttosto una previsione, per un futuro utilizzo, sulla base di standard comuni”.
La campagna appena avviata dal Ministero della Salute prevede di informare sulla cosiddetta alimentazione consapevole del Fascicolo. Cosa si intende?
“Come spiega il Ministero, la campagna informa anche sulla possibilità di opporsi, fino al 30 giugno, all’inserimento automatico nel Fascicolo dei dati e documenti sanitari generati da eventi clinici riferiti alle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale prima del 19 maggio 2020. Di fatto si può negare il consenso all’inserimento dei dati pregressi, quindi precedenti alla data indicata del maggio 2024”.
Perché il 30 giugno è una data spartiacque?
“Perché permette eventualmente di manifestare la propria opposizione all’inserimento dei dati. Ma non è da confondere con il consenso all’accesso. Il paziente rimane l’unico a poter visualizzare interamente il contenuto del Fascicolo e sarà sempre e solo lui, se lo decide, ad autorizzare la visibilità dei dati, interamente o in modo parziale, a seconda dei casi”.
Che cosa cambia rispetto al passato?
“Di fatto il 30 giugno sarà l’ultima possibilità per non inserire le informazioni passate. Se il paziente non vorrà renderle visibili a un operatore continuerà a poterlo fare, oppure potrà oscurarle anche parzialmente, ma l’alimentazione e implementazione del Fascicolo proseguirà in automatico”.
Come sono protetti i dati del Fascicolo?
“La privacy è tutelata da regole molto complesse e articolate, messe a punto con il Garante per la protezione dei dati personali, in modo che non siano utilizzabili per scopi non desiderati dal paziente. Per semplificare, è come se ciascuno avesse una propria cassaforte con i suoi ‘gioielli’ all’interno: l’unico a disporre delle chiavi per aprirla e mostrarne in contenuto sarà sempre e solo lui”.
Si tratta di uno strumento prezioso?
“Sì, certo, perché avere a disposizione un sistema informatico, da gestire anche in casi di emergenza o cronicità, che contiene la cartella clinica è un servizio di valore straordinario. Il fatto di poterlo rendere attivo su base nazionale, poi, ne accresce l’importanza. Infine, quando sarà disponibile anche a livello europeo, permetterà di avere la portabilità dei dati sanitari anche spostandosi nell’ambito della comunità UE”.