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Falsa cieca scoperta a Gioia Tauro: si è finta invalida per 15 anni, dovrà risarcire cifra da capogiro

La falsa cieca di Gioia Tauro dovrà restituire all'Inps 208mila euro per i 15 anni durante i quali ha incassato la pensione di invalidità

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Si è finta cieca per 15 anni incassando illecitamente la pensione di invalidità. Ora però la donna di 48 anni è stata scoperta e denunciata. E lo Stato le presenta il conto chiedendole indietro quanto ha indebitamente percepito.

Falsa cieca a Gioia Tauro

Le indagini sono state svolte dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, comune della città metropolitana di Reggio Calabria.

La donna è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Palmi per truffa aggravata e continuata.

Due medici sotto indagine

Sotto indagine anche due medici che avrebbero certificato l’invalidità della donna in due circostanze differenti.

Per i due sanitari si ipotizzano i reati di concorso in truffa aggravata e falso materiale commesso da pubblici ufficiali in atto pubblico.

Le indagini hanno visto i militari agire sul campo pedinando la falsa cieca e filmandola durante la sua quotidianità. La donna sarebbe stata immortalata mentre eseguiva azioni impossibili da compiere per un non vedente, come utilizzare un cellulare guardandone lo schermo.

donna accoltellata a RomaFonte foto: iSTOCK

Se gli accertamenti dei carabinieri dovessero essere confermati dalla magistratura, la donna dovrà rifondere all’Inps una cifra che si aggira sui 208mila euro, per i quindici anni durante i quali avrebbe indebitamente percepito la pensione di invalidità.

Cosa rischia un falso invalido

Nell’ordinamento italiano spacciarsi per falsi invalidi è un comportamento punito con diverse gradazioni di intensità.

Chiunque si dichiari falso invalido per ottenere denaro o agevolazioni producendo dichiarazioni o documenti falsi commette il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Il reato è punito con una salatissima sanzione, di importo variabile a seconda della gravità del fatto, e con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Nei casi più gravi simulare un’invalidità configura il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. In questo caso la reclusione sale da uno a sei anni.

A determinare l’uno o l’altro reato è, secondo la normativa e la giurisprudenza della Cassazione, l’utilizzo o la presentazione di documentazioni false o attestanti circostanze false, così come l’omissione di informazioni dovute, con natura fraudolenta.

carabinieri Fonte foto: ANSA
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