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Facevano arrivare a Fiumicino i migranti torturati in Libia, arrestati due fratelli: ecco quanto guadagnavano

Due fratelli bengalesi fermati a Roma per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Operazione coordinata dalla DDA di Palermo.

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Due fratelli di origine bengalese sono stati fermati dalla Polizia di Stato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’operazione è stata condotta il 2 febbraio presso l’aeroporto di Roma Fiumicino, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.

Indagine e arresti

Come riporta il sito della Polizia di Stato, le Squadre Mobili di Palermo e Agrigento, insieme al Servizio Centrale Operativo, hanno eseguito il fermo su delega della Direzione Distrettuale Antimafia. I due fratelli sono ritenuti parte di un’associazione per delinquere transnazionale, dedita al traffico di migranti, principalmente di nazionalità bengalese.

Modalità operative del sodalizio

L’organizzazione criminale si avvaleva di trafficanti in Libia, che gestivano le safe house dove i migranti venivano reclusi e torturati per estorcere denaro ai familiari. Il viaggio dal Bangladesh all’Italia, passando per la Libia, era organizzato in modo seriale e per motivi di lucro.

Ruolo dei fratelli

Uno dei fratelli ha diretto e promosso l’associazione, mentre l’altro ha collaborato nel 2022 favorendo l’ingresso irregolare di almeno cinque migranti. Questi ultimi, partiti da Dacca, hanno fatto scalo a Dubai e in Siria, prima di arrivare a Bengasi, dove sono stati detenuti per oltre un mese.

Costo del viaggio

Il costo del viaggio verso l’Italia ammontava a circa 11.000 euro, pagati in più tranche. La prima parte, di circa 6 mila euro, veniva consegnata ai familiari degli indagati a Dacca, mentre il resto era pagato ai membri dell’organizzazione nelle città di transito.

Conclusioni

Le responsabilità dei due fratelli fermati a Roma sono attualmente indiziarie e basate sulle risultanze investigative. La piena responsabilità penale sarà accertata in sede di giudizio definitivo.

Polizia repertorio Fonte foto: IPA

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.

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